Sarà premier?
Lega, senza il "Nord" per i sondaggisti può guadagnare il 3%
La caccia è partita. La Lega di Matteo Salvini, con il nuovo simbolo senza la parola «Nord», si prepara ad attaccare il mercato elettorale. La dimensione nazionale del Carroccio, finora anticipata dall’esperimento delle liste «Noi con Salvini», adesso è ufficiale. Ma quanto può valere il rinnovato movimento leghista, una volta a regime il restyling? E quali potrebbero essere le fette di elettorato più sensibili al messaggio salviniano? Libero lo ha chiesto a tre sondaggisti. Il punto di partenza, innanzitutto. Attualmente il Carroccio, certifica Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera, nelle intenzioni di voto è a quota 15,2%. A meno di un punto di distanza da Forza Italia. E proprio il rapporto con il partito del Cav, per Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo istituto di ricerca, è la chiave per comprendere le ultime mosse di Salvini. «Rispetto ai valori toccati nel corso dell’estate, la Lega è in lieve calo». Il motivo? La rinnovata vitalità di Forza Italia, che da aprile è in crescita costante (tre punti in più). «Lega e Forza Italia non crescono mai insieme», osserva Piepoli. Da qui parte, secondo l’analista, «la mossa difensiva di Salvini». Conoscendo il potenziale di Berlusconi in campagna elettorale, il leader del Carroccio si è cautelato, ideando un nuovo partito in grado non solo di resistere alla concorrenza berlusconiana, ma anche di intercettare più consensi. «Soprattutto a destra», sostiene Piepoli. Laddove per «destra», però, il sondaggista non intende tanto Fratelli d’Italia - «il cui elettorato, piuttosto fermo, ha resistito a tutte le intemperie» - quanto la galassia più radicale. «L’area che orbita intorno a Gianni Alemanno, Francesco Storace e l’ex governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, può valere fino al 3%. Ed è questa fetta di elettorato quella che potrebbe più facilmente essere assorbita da Salvini». «La Lega è in crescita costante, ma se e quanto questa tendenza proseguirà in futuro dipenderà soprattutto dalla compattezza del movimento di fronte alla svolta del segretario», sostiene Roberto Weber, presidente di Ixè. «Se il Carroccio si dimostrerà compatto, la nuova Lega potrebbe guadagnare consensi pescando soprattutto tra chi si è astenuto e, in minima parte, tra gli elettori di Forza Italia». Weber elenca anche le regioni dove la «Lega nazionale» potrebbe conquistare i consensi aggiuntivi: «Toscana, Umbria, Emilia-Romagna e Sardegna». Per Fabrizio Masia, direttore generale di Acquagroup, sono tre i bacini elettorali presso i quali il Carroccio avrà più appeal: «In ordine: la porzione dei Cinque Stelle più sensibili alle parole d’ordine della Lega su sicurezza e immigrazione; l’area dell’astensione che prima votava per il centrodestra; una parte residuale di Forza Italia». Fare previsioni, dati del mercato elettorale alla mano, è sempre un rischio, «ma se Salvini saprà essere convincente e proporre la giusta narrazione, allora la conquista di territori finora meno attenti alle sirene leghiste potrebbe diventare realtà». Tradotto in numeri, significa più dell’attuale 14,3% che Emg Acqua attribuisce al Carroccio e meno del 20%. Un’anticipazione di quello che potrebbe avvenire alle Politiche la potrebbe fornire il voto in Sicilia, dove tra una settimana si elegge il governatore. «L’elettore di mezza età, maschio, che finora è stato attratto dal M5s, potrebbe essere conquistato dalla Lega». Una prova generale in ottica 2018. di Tommaso Montesano