Emerito d'acciaio

Napolitano non si arrende: "Costretto a parlare in Senato", così affonderà la legge elettorale

Giulio Bucchi

Il presidente Giorgio Napolitano non si arrende. Con la fiducia sulla legge elettorale "posta in blocco dal governo sulle parti sostanziali del testo prima che si aprisse il confronto sugli emendamenti all'art.1 non mi resta che la sola possibilità di intervenire in Senato nel corso del dibattito in Assemblea sulla fiducia. Ed è ciò che intendo fare, anche per mettere in luce l'ambito pesantemente costretto in cui qualsiasi deputato oggi, o senatore domani, può far valere il suo punto di vista e le sue proposte, e contribuire così alla definizione di un provvedimento tra i più significativi e delicati". Così il presidente emerito, senatore a vita, ha annunciato l'inizio della battaglia parlamentare contro il Rosatellum. "Ieri mattina avevo segnalato personalmente e posto pubblicamente l’opportunità di non ribadire nella nuova legge elettorale una clausola preesistente che ha già prodotto seri equivoci sul piano istituzionale - spiega l'ex capo dello Stato - e avevo manifestato l'intento di pronunciarmi eventualmente sulla proposta presentata alla Camera quando fosse giunta, auspicabilmente modificata nel punto da me citato e in altri suggeriti da varie fonti, al Senato per la sua definitiva approvazione".