Intervista a Libero

Giovanni Toti: "Il referendum? Sono autonomista. Bisogna tornare alla devolution del Cav"

Eliana Giusto

Governatore Toti, il Pd ligure sostiene che lei abbia detto no a Matteo Renzi perché teme il confronto democratico. È così? «Ci mancherebbe se temo il confronto. Nulla vieta a Renzi di presentare il suo libro in Liguria, è il benvenuto. Se vuole glielo organizzo personalmente come Giovanni Toti, gli pago anche la sala, ma lasci stare i contribuenti liguri». Perché niente patrocinio per Renzi al Festival di Sarzana? «Perché è un evento che non c' entra nulla con la politica ed è assurdo che il Pd, e un sindaco del Pd, possa pensare d' inserire all' interno di una rassegna degna come il Festival della Mente, dedicata a tutt' altro, unica presenza politica quella del suo segretario nazionale di partito». Si tratta di una rassegna interamente finanziata dai cittadini? «Sì. Il Festival è pagato dal Comune di Sarzana, dalla Regione Liguria e da una fondazione pubblica, quindi totalmente finanziato dai contribuenti». Se ci fosse stato un altro ospite politico, all' insegna del pluralismo, questa polemica sarebbe inutile? «La cosa non è stata neppure contemplata visto che Renzi è stato l' unico politico invitato. Ma poi io penso che il Festival si è sempre occupato di altro e deve continuare così, non debba essere strumentalizzato. È una cosa talmente gigantesca quella che volevano far passare, che se ne sono accorti anche loro, infatti hanno cancellato la presentazione del libro». Renzi ha detto che non andrà. «Sì, ma i dirigenti liguri del Pd la smettano. Hanno perso tutto quello che potevano perdere: Regione, capoluogo di regione, comune di La Spezia, Savona, eppure continuano ancora con la doppia morale. Da un lato considerano tutto quello che organizza il centrodestra bieca propaganda politica, dall' altro loro stavano facendo venire il loro segretario a pubblicizzare il libro a spese nostre. Forse il Festival della Mente dovrebbe dedicare una giornata di dibattito per capire cosa hanno davvero in mente i dem». A proposito di soldi, come pensa che andrà a finire sui vitalizi? «Quando un diritto che si ritiene acquisito viene visto dal Paese come un' ingiustizia abnorme, credo che la politica sia chiamata a metterci mano in fretta. Nelle regioni l' abbiamo abolito, io non lo percepirò, non vedo perché lo debbano avere i parlamentari. E anche su questo il Pd da un lato insegue il moralismo grillino, dall' altro lancia il sasso e ritira la mano». Si aspettava la débacle del M5S in Liguria, feudo di Grillo? «Alla prova dei fatti, sulle cose concrete come trasporti, rifiuti, gestione delle città, la gente ha capito che bisogna essere competenti. Basti pensare ai disastri di Roma...». A novembre si vota in Sicilia e per il centrodestra sono in campo Musumeci e Armao. Matteoli suggerisce che si ritirino entrambi... «L' importante è che ci sia un candidato unico del centrodestra in grado di sconfiggere i grillini e cambiare marcia a questo governo di Crocetta. Musumeci è già in campo per la Lega e Fratelli d' Italia, la cosa più ragionevole è che diventi il candidato di tutti». Appoggiato anche dal Cav? «È il mio auspicio». A ottobre si vota per il referendum delle Autonomie in Lombardia e Veneto. Ci pensa anche la Romagna. E la sua Liguria? «Sono sempre stato un autonomista e spero che da ottobre si possa innescare un dibattito in tutto il Paese. Le Regioni hanno dato un contributo importante in termini di risanamento della spesa pubblica e penso che si debba tornare a quella devolution lanciata nel 2006 dal governo Berlusconi. Renzi ha lasciato questo Paese in braghe di tela e le autonomie locali sono state ampiamente penalizzate. Bisogna invertire questa tendenza». di Brunella Bolloli