Domani il voto alle Camere su Letta
Governo, Berlusconi: niente fiducia. Nel Pdl è strappo definitivo
Dopo il vertice di questa notte a Palazzo Grazioli, un vertice andato avanti fino all'una e che si è concluso senza un cambio sostanziale delle posizione. Questa mattina ultimo tentativo di pace in extremis di Silvio Berlusconi per convincere Alfano a non votare la fiducia al governo Letta è andato in scena questa mattina. E' tutt'ora in corso una riunione a Palazzo Grazioli. In queste ore di gran confusione girano tante voci e si prospettano vari scenari politici. Unica certezza è che stavolta al Senato c'è la concreta possibilità che Letta si salvi grazie al sostengo di un gruppo di responsabili pidiellini (si parla di 30-40 parlamentari) pronto al soccorso rosso. C'è chi assicura che il Cav alla fine dovrà cedere e fare marcia indietro e che fino ad ora ha fatto il 'duro' solo per alzare la posta sulla giustizia. Ma c'è anche chi assicura che alla fine prevarrà il Cav di lotta che "per salvare le larghe intese" (oltre al varo della legge di stabilità e dei decreti Iva e Imu) pretenderebbe di rinviare la legge Severino sulla incandidabilità alla Corte Costituzionale. Mai dar per morto il Cavaliere. Questo abbiamo imparato negli ultimi vent'anni. L'ultima lezione, Silvio Berlusconi l'ha data appena pochi mesi fa a Pierluigi Bersani e al Pd, con la clamorosa rimonta elettorale che ha impedito la vittoria (data per scontata appena qualche mese prima) della sinistra. Ma il voto di fiducia che andrà in scena tra poche ore alla Camera e soprattutto al Senato (dove solo coi voti del Pd Letta non sarebbe in grado di proseguire) potrebbe dare il via libera al Letta-bis e segnare la prima, vera, sconfitta del Silvio Berlusconi politico. Fuoco amico - Una quarantina, sembra, i senatori pronti a seguire il segretario Pdl Angelino Alfano nella fiducia al governo. Ne basterebbero, con ogni probabilità poco più di una ventina (contando Sel, Gal, Scelta civica e qualche 5 Stelle dalla parte del premier). Per cui, se i calcoli del pallottoliere alfaniano sono corretti, Berlusconi e i suoi fedelissimi usciranno sconfitti dall'aula. Ma nelle ultime ore, attestati di ampia solidarietà sono giunti da più parti al cavaliere: dalla Sicilia alla Campania, dalla Lombardia al veneto. "Domani in aula il Pdl voterà la sfiducia" e "Seguiremo le indicazioni di Berlusconi" giurano i fedelissimi. In serata, mentre Alfano e i ministri ex-dimissionari se ne rimanevano asserragliati a Palazzo higi, il Cavaliere ha riunito a Palazzo Grazioli i 'falchi' tra cui Daniela Santanchè e Daniele Capezzone. Due ore di riunione al termine della quale il leader pdl ha dichiarato ufficialmente che a Camera e Senato il Pdl voterà per la sfiducia al governo Letta. In precedenza, Berlusconi aveva incontrato lo stesso Alfano, proponendogli di votare la fiducia se il governo avesse accettato di fare dietrofront sull'Iva e di affrontare il nodo della giustizia spingendo per il rinvio della Severino alla Corte costituzionale prima del voto in Giunta del Senato sulla decadenza di Berlusconi. Poi, tutto è precipitato con le dichiarazioni di Letta che non apriva alle richieste del Cav e che anzi respingeva le dimissioni dei cinque ministri (ex?) Pdl, sigillando così implicitamente l'accordo con Alfano. Ottobre amaro - Indietro, a questo punto, non si torna più ed è chiaro che da domani il futuro del Pdl o della nuova Forza Italia andrà completamente ridisegnato. Per Alfano, a lungo vice-Berlusconi "senza il quid", si tratta di un passo enorme, comunque vada il voto di domani.