Malumori dem

Letta: o la va o la spacca

Lucia Esposito

L'attenzione è tutta concentrata sul Pdl, sulla spaccatura interna al partito, sulle prossime mosse di Alfano e delle colombe. Ma anche nel Pd le acque non sono più calme. Affatto. In realtà, paradossalmente, anche i democratici tifano elezioni anticipate per "silurare2 Renzi. Chiudono le porte a un Letta Bis striminzito e si proiettano verso le elezioni vanificando di fatto la possibilità che si svolgano due primarie, una per la segreteria del partito e l'altra per la candidatura a Palazzo Chigi. Come scrive Maurizio Belpietro nel suo editoriale in edicola martedì primo ottobre, Massimo D'alema sta mettendo una pietra sul Letta chiudendo alla possibilità di un bis e "mette un macigno anche sull'altro compagno di partito che si dava da fare per assicurarsi che morto un Letta se ne facesse un altro, cioè Napolitano, che era e resta il solo vero grande sponsor del governo delle larghe intese. Dopo Letta e Monti basta esperimenti di grosse coalizioni è il messaggio inviato al Colle". Il Pd vuole votare esattamente come  Numeri certi - "Serve chiarezza". Enrico Letta ripete da giorni la sua linea e, ogni ora che passa, si conferma sempre più nella sua decisione: o ci sarà un sostegno forte per un governo che duri tutto il 2014 oppure trarrà le conseguenze. Quali siano è presto per dirlo, dipenderà dalle valutazioni che farà con il Capo dello Stato dopo la giornata clou di mercoledì, ma chi lo conosce bene scommette sul fatto che la chiarezza resterà la sua stella polare e dunque accetterà di guidare solo un esecutivo con un programma di respiro; per altre soluzioni, spiega chi ci ha parlato nelle ultime ore, "ci sarebbero persone più adeguate di lui".  Letta ha incassato il sostegno di Angela Merkel e di gran parte del mondo economico e associativo del Paese. Ma ha anche letto della chiusura totale di Berlusconi. "Segno - fa notare un lettiano - che la linea di rigore politico del pemier era vera e questa è una dote che si porterà dietro sempre". Tra i parlamentari più vicini al premier si leggono ora dopo ora le notizie, ci si chiede con che animo Sel e M5s voterà no alla fiducia insieme al Pdl, si soppesano le dichiarazioni delle colombe Pdl, si fa notare che uno smarcamento dal Cavaliere difficilmente può essere dato con 36 ore di anticipo, e si sottolinea che forse per la prima volta Berlusconi è "controvento rispetto a quel che pensa il paese". IIntanto Letta scrive il suo discorso, valuta i dati economici e tesse i contatti politici. Osserva i movimenti pidiellini ma non sposta la sua linea per questo. Se non avrà i numeri per governare salirà al Colle e se conquisterà una maggioranza risicata ci salirà lo stesso. C'è poi la terza possibilità ed è quello che i lettiani chiamano "il trappolone" : gli azzurrri votano la fiducia ma gliela tolgono dopo sette giorni, quando com'è scontato le larghe intese non riuscirano a sbrogliare la matassa dell'Imu, dell'Iva e ad approvare la legge di stabilità.  Il pranzo Renzi-Letta - Dopo aver incontrato Giorgio Napolitano, Enrico Letta oggi ha pranzato per un'ora e mezza con Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze è uscito senza rilasciare dichiarazioni.