Avvertimenti
LE MINACCE DI LETTA"Se cade il governo si pagherà l'Imue l'Europa ci detterà la legge di stabilità"
Enrico Letta, nonostante mostri sicurezza, continua con i suoi "avvertimenti" in vista del voto della Giunta per le Immunità del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Se il governo dovesse cadere noi italiani dovremmo pagare l'Imu. Abbiamo in sede di conversione il tema dell'Imu ed è evidente che se il governo cade i cittadini dovranno pagare l'Imu", ha puntualizzato il presidente del consiglio a Chianciano. "Quando l'ho detto, un mese fa, sono stato preso in giro, ma è così", ha spiegato riferendosi ovviamente al leader del Pdl, ma anche a quelli che nel Pd potrebbero avere la tentazione di far naufragare le larghe intese. L'Imu, ma anche la legge di stabilità, lil decreto scuola: sul tavolo del governo la posta è troppo alta per immaginare che qualcuno "mandi gambe all'aria" il governo. L'ottimismo di Letta, nasce da qui e lo spinge a pronosticare che, qualunque sia il risultato del voto di mercoledì in Giunta, nessuno "si prenderà la responsabilità" di mettere la parola 'fine' all'esecutivo da lui guidato. Di fronte alla platea dell'Udc riunita a Chianciano il premier a spiegato che quello dell'Imu è un tema ancora vivo, perché con la caduta del governo non ci sarebbe modo di portare avanti il progetto assieme alla service tax, misura che il capo del governo rivendica come una "buona, federalista" che "semplifica" e riporta risorse ai comuni. Niente da fare, invece, riguardo all'ipotesi di rivede l'Imu per renderla obbligatoria solo per le abitazioni di lusso: da quel punto di vista, per Letta, il discorso è chiuso. Non è chiusa, anzi è ancora tutta da aprire, la partita sulla legge di stabilità che, assicura Letta, porterà un "taglio del costo del lavoro con un intervento sul cuneo fiscale per far ripartire i consumi e l'economia". "Non possiamo più permetterci giochi politici", afferma ricordando che di soli tassi di interessi l'instabilità costerebbe all'Italia un miliardo di euro da qui alla fine dell'anno. Da questo "dipende tutto" perché se non c'è stabilità "non abbiamo alcuna possibilità di farcela, lo dico e lo penso e non me ne frega niente delle prese in giro", aggiunge forse con un implicito riferimento a Renzi che lo aveva accusato di pensare troppo alla poltrona. I moniti di Letta, però, non si fermano qui: se il governo dovesse cadere "la legge di stabilità" tornerebbe a scriverla l'Europa. E ciò significherebbe dire addio al taglio del cuneo fiscale che l'esecutivo vuole inserire nella finanziaria di autunno.