Come all'asilo

Bagarre in aula, la protesta 5 Stelle rischia di finire in rissa

Michele Chicco

Rissa sfiorata alla Camera durante il dibattito prima del voto sul ddl Costituzionale: sulle barricate il Movimento 5 Stelle, il presidente Laura Boldrini e il Popolo delle Libertà. Tutto è partito dalla protesta dei grillini che hanno voluto manifestare il loro dissenso sull'istituzione del "Comitato dei 42" facendo bagarre nell’emiciclo di Montecitorio. Con cartelli esposti in difesa dell’articolo 138 della Costituzione, i 5 Stelle hanno dato il via alla loro protesta fino a quando la presidente Boldrini ha richiamato all’ordine i suoi onorevoli, ma niente: dopo l’impavido intervento dei commessi che hanno rimosso i cartelli, hanno continuato a protestare braccia alzate, come se avessero ancora i loro manifesti tra le mani.  Guarda il video della rissa tra parlamentari “Come all’asilo” - Il deputato del Partito democratico Roberto Giacchetti, allora, ne approfitta e schernisce gli onorevoli colleghi su Twitter: posta la foto della protesta e scrive che è proprio “come si faceva all’asilo”. Arrabbiati, contro la Boldrini e contro Giacchetti, i parlamentari 5 Stelle difendono il loro “eroico” gesto: “I cartelli possono toglierceli ma le nostre mani non possono tagliarle! Mani che hanno difeso la Costituzione!", twitta la grillina marchigiana Patrizia Tenzoni. Ma ad aizzare gli animi ci pensa una delle penta-star, Alessandro Di Battista, che dà dei “ladri” ai colleghi deputati (tutti tranne i 5 Stelle, ovvio). “Sbagliavamo quando dicevamo che il Pd è uguale al Pdl - dice Di Battista - il Pd è peggio del Pd!” La Boldrini lo bacchetta perché non è così che si fa, almeno in Parlamento: “Non offenda, onorevole”, dice la presidente firmando la più bella gaffe della legislatura.  Pdl: “Pezzi di m.” -  Il Pdl, vista anche l’involontario scivolone della Boldrini, non ci sta e risponde a modo suo ai parlamentari pentastellati. Così l’onorevole Antonio Leone rischia di passare, come in ogni saga si rispetti, dalla ragione al torto: è accusato, infatti, dalla grillina Gilia Di Vita di aver definito i pentastellati “pezzi di merda”. Alla Boldrini, a quel punto, non resta che sospendere la seduta, sperando che una pausa caffè possa rasserenare gli animi. Ma intanto Leone non smentisce.  La curva - Non perde l’occasione di criticare il movimento 5 Stelle anche un vecchio ex del gruppo, Adriano Zaccagnini. "Sono stato 8 anni abbonato in curva sud con la Roma. Questa Aula è diventata lo stadio, un mercato, è inaccettabile". L’onorevole, ormai iscritto al gruppo Misto, attacca a tutto spiano e si mostra falco, sì, ma contro i suoi ex colleghi: “Il Movimento 5 Stelle fa qui - tuona il deputato romano - quello che non sa fare in piazza". Batutta acida che a Roberta Lombardi non è piaciuta affatto. Rivolgendosi al compagno di antiche battaglie scrive: “Zaccagnini applaudito in standing ovation dal Pd - scrive - Mo gli facciamo un fiocchetto in testa e glielo regaliamo!”. Andare avanti - Il ministro per le riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, è l’uomo di governo chiamato a rompere il silenzio dopo la protesta dei parlamentari grillini. Il ddl Costituzionale lo sente suo e non ha alcuna intenzione di mostrare bandiera bianca davanti alla bagarre 5 Stelle: il comitato per le riforme, dice il ministro, “si ferma se naufraga l'accordo di governo, finchè non naufraga va avanti”. Non è spaventato Quagliariello, anzi, avverte l’altra anima della maggioranza: “Il Pd, visto lo spettacolo in Aula di oggi pomeriggio, dovrebbe riflettere su quali prospettive ha fuori da questo governo”. Partito avvisato.