Cade tutto
Berlusconi, domenica sera un videomessaggio
Le colombe guadagnano qualche ora con l'annullamento del vertice di venerdì che avrebbe potuto sancire la fine delle larghe intese. Ma il destino di Enrico Letta pare scritto: dopo il fallimento della mediazione tra Gianni Letta e Giorgio Napolitano, e nonostante il finto ottimismo del premier Enrico Letta, la crisi è dietro l'angolo. Tanto che Silvio Berlusconi avrebbe già registrato un videomessaggio con cui, domenica sera, annuncerà la rinascita di Forza Italia, attaccherà la magistratura e, con tutta probabilità, archivierà l'esecutivo. La bomba - Secondo fonti del Pdl, nel messaggio, il Cav insisterà sulla "persecuzione giudiziaria" e sulla necessità di una riforma della giustizia. Le parole, assicurano, saranno ancora più dure di quelle usate nel '94, e il loro effetto - riferiscono - avrà "un effetto deflagrante sul governo". Il timing della clip - domenica sera - non è affatto casuale: il giorno successivo inizieranno i lavori della Giunta al Senato che deciderà sulla decadenza del leader del Pdl, l'affronto inaccettabile per il quale gli azzurri stanno apparecchiando il tavolo per la crisi. I tempi - Il videomessaggio di guerra, come detto, è stato registrato dopo che a metà del pomeriggio Gianni Letta ha informato Berlusconi del fallimento dei negoziati con il Capo dello Stato, che non vuole concedere nulla. "Al massimo gli dà un passaporto per scappare, niente di più", dicono fonti autorevoli del Pdl citate dall'Huffington Post. Il Cav, da tempo, di Napolitano non si fida più: "Mi vuole far fuori", ha ripetuto ai suoi. Così, nonostante le pressioni dei falchi, la strada pare tracciata: l'unica discussione sulla caduta del governo è quella relativa ai tempi. Quando crollerà tutto? Ora l'ipotesi più accreditata è quella di lunedì, dopo aver preso nuovamente atto della volontà del Pd di far fuori Berlusconi. E poche ore dopo il videomessaggio che assomiglia molto al "documento ufficiale" con cui verrà archiviata la parentesi di governo a braccetto coi democratici.