Processo alla colomba

Pd, Violante: "Anche Berlusconi ha il diritto di difendersi". Epifani: "Voteremo compatti"

Giulio Bucchi

"Politica è ascoltare le ragioni degli altri". Luciano Violante sceglie una citazione di Nilde Iotti per il suo atteso intervento nella sede del Pd a Torino (preferita alla festa, per evitare contestazioni...), dove è andato in scena il "processo". L'ex pm a inizio settimana dal Corriere della Sera ha chiesto ai suoi di "riflettere" sul voto di decadenza per Silvio Berlusconi, previsto il 9 settembre in Giunta, sollevando dubbi sulla applicabilità della legge Severino. In tanti hanno inteso quella intervista come una "mano tesa" al Cavaliere, una prova di inciucio, un'offerta di salvezza. L'unica autodifesa possibile per Violante, a Torino, è stata quella di rivendicare la necessità, per ogni forza politica, di essere garantista e di non cedere alla tentazione di eliminare per via giudiziaria i loro avversari: "Serve correttezza istituzionale, Berlusconi ha il diritto di difesa perché le regole sono uguali per tutti", ha ricordato, smentendo poi ogni proposta di salvacondotto. Accoglienza tiepida, naturalmente, da parte della platea. E anzi qualche militante si scatena in proteste. "La Fiat chiese a mio marito il certificato penale. Perché noi del Pd dobbiamo difendere un delinquente?", è la domanda che rivolge una 72enne. E il coro più morbido riservato a Violante è "Hai sbagliato, vattene!". Epifani: "Pd voterà compatto" - Dalla festa di Reggio Emilia, il segretario Guglielmo Epifani è categorico: "Berlusconi un giorno dice una cosa e un giorno un'altra: tanto arriverà il tempo in cui dovrà decidere cosa vuol fare". Il Pd, invece, ha già deciso. Il 9 sarà decadenza: "Ma quali traditori... Ci sarà un voto compatto. Il Cavaliere decida quello che vuole decidere: aspetteremo la sua decisione con serenità e fermezza, non abbiamo paura delle sue scelte e non temiamo ricatti". L'ex segretario Pierluigi Bersani invece lancia un appello al centrodestra: "Il passaggio del 9 settembre è cruciale e drammatico per il Pdl. Però devono ragionare e partire da un presupposto: facciamo per ipotesi assurda che fosse uno di noi. Cosa pensano che faremmo? Applicheremmo la legge". Bersani e i dissidenti grillini - Quello che chiede Violante, ma che alla maggioranza dei dem sembra quasi eresia. Forse perché, come ammette lo stesso Bersani, l'idea di abbattere il Cavaliere e pensare ad una maggioranza senza il Pdl (o almeno non tutto) è troppo ghiotta: "Nel caso che Berlusconi ed il Pdl staccassero la spina - spiega - io credo che sia abbastanza ovvio ricercare un altro punto di equilibrio almeno per affrontare la legge di stabilità e far votare in qualche modo, dalle aule parlamentari, una riforma elettorale". "Leggo che qualcuno scrive di 30 grillini pronti a questo: alla buon'ora. Qui bisogna che in Parlamento tutti i parlamentari si mettano di fronte alla situazione che abbiamo. Non si possono mettere interi movimenti in frigorifero. Perché non ci sono frigoriferi abbastanza grandi per tenere il 25% degli elettori". Lui ci aveva provato a marzo. Ed è per questo che oggi parla da ex.