Segnale ostile dal quirinale

I 4 senatori a vitaagitano Berlusconi:"Faccio cadere tutto"

Ignazio Stagno

Silvio Berlusconi fa il "falco". Dopo la nomina di Rubbia, Cattaneo, Abbado e Piano a senatore a vita, il Cav teme un ribaltone. Il Pdl è sul piede di guerra. I "nominati" da Napolitano non convincono, soprattutto per il curriculum anti-Cav che si portano dietro. Così Berlusconi prova a prendere in contropiede Letta e lo mette in guardia da qualunque progetto politico che escluda il Pdl e il suo leader dai giochi. "Se cado io, cade Letta" -  All'orizzonte c'è il voto della giunta sulla decadenza da senatore così Silvio avverte: "Sarebbe disdicevole se il governo cadesse ma naturalmente non siamo disponibili a mandare avanti un governo se la sinistra dovesse intervenire su di me, sul leader del Pdl, impedendogli di fare politica", ha affermato il Cav in collegamento con in collegamento con Bassano del Grappa dove è riunita una rappresentanza dell'Esercito si Silvio. "Pacificazione solo a parole" - Poi il Cav invoca ancora quella "pacificazione" promessa dal Colle e dalla sinistra, ma che nei fatti non c'è mai stata: "Abbiamo fatto le larghe intese, di pacificazione per vedere se si potesse mettere fine alla guerra civile, quella guerra fredda partita dopo il '48 invece avete visto quello che e' successo siamo ancora in mezzo al guado. Ora si ripete ancora la stessa situazione, perchè attraverso delle misure giudiziarie che nulla hanno a che vedere con la democrazia, si cerca di togliere di mezzo il sottoscritto che per vent'anni è stato considerato ed è ancora considerato un ostacolo insormontabile dalla sinistra per tenere il potere". Letta "molla" il Cav - Ma Enrico Letta, dalla festa del Pd di Genova abbandona il Cav al suo destino: "Non ci sono margini di trattativa sulla decadenza da senatore per Silvio Berlusconi. La questione è molto semplice: non credo ci siano molti margini, la separazione tra il piano politico e giudiziario è necessario", ha detto il premier aggiungendo: "Se il governo si mettesse ad occuparsi di altre questioni non farebbe il suo dovere" (I.S.)