Parla il segretario
Epifani: basta ricatti di BerlusconiInsiste: voteremo la sua decadenza
"Il Pd respinge con forza qualunque ricatto o ultimatum del Pdl. Quella di Berlusconi non è una questione democratica. E’ un caso di assoluto rilievo politico, ma riguarda principalmente la destra. Non tocca a nessun altro risolverlo: né a Napolitano, né a Letta, né al Pd. Il Pdl decida cosa vuole fare, e se ne assuma la responsabilità di fronte al Paese". Così Guglielmo Epifani, all’indomani del vertice di Arcore, in un’intervista alla Repubblicà parla chiaro: per il leader Pd sull'"agibilità politica" del Cavaliere non si tratta. Il Pd "rispetterà la legge" e voterà sì alla decadenza di Berlusconi. E assicura: "Tra di noi non ci saranno franchi tiratori. Spiega il segretario del Pd: "L'unica cosa davvero inaccettabile, in tutta questa vicenda, è la motivazione che spinge Berlusconi a far saltare il tavolo. Vorrei dire una volta per tutte che in gioco non c'è alcuna questione democratica. C'è solo da uniformarsi alle regole dello Stato di diritto, rispettando la separazione dei poteri, se non vogliamo diventare una Repubblica delle banane". Governo al copolinea - La decisione di votare la decadenza, osserva Epifani, "non nasce dal fatto che vogliamo eliminare per via giudiziaria un avversario politico, cosa che in via di principio va sempre esclusa. Lo facciamo invece perché è giusto così e perché questo è ciò che ci impone il principio di legalità. Nessun giustizialismo da parte nostra, ma nessun salvacondotto per chiunque. Ed è la stessa cosa che abbiamo fatto quando si è trattato di valutare i comportamenti della nostra parte". Epifani esclude "tentativi affannosi" e "scorciatoie impercorribili" come grazia e l’amnistia e insiste: "qui l’unica cosa che conta è ancora una volta il rispetto della legge". Il governo Letta è dunque al capolinea? "Solo un cieco non vede che il governo vive ore critiche - risponde - ma la responsabilità non è nostra. Il Pd ha fatto e continuerà a fare ogni sforzo perché il governo vada avanti". E avverte: "una crisi al buio adesso ci farebbe precipitare nel caos: i costi sociali sarebbero enormi, i mercati ci punirebbero ancora una volta".