Incandidabilità e legge Severino
Onida: possibile ricorso alla Consulta sulla legge Severino
Incandidabilità e legge Severino: il "saggio" Valerio Onida il Sole 24Ore ex presidente della Corte Costituzionale notoriamente vicino al centro-sinistra sostiene che il ricorso alla Corte Costituzionale si possa fare. Parte proprio dal nodo della legge Severino del 2012: molti nel Pdl e anche molti giuristi sostengono che la legge sull'incandidabilità non sia retroattiva, non si applichi a quei reati commessi (ed è il caso della frode fiscale per cui è stato condannato Silvio Berlusconi) prima della sua entrata in vigore. "Chi scrive è convinto che il dubbio sia infondato in quanto non si tratta di applicare di una nuova sanzione per fatti anteriore alla legge ma di far valere una causa di ineleggibilità che il legislatore del 2012 ha voluto introdurre come limite al generale diritto di elettorato passivo", precisa Onida che però continua: "poiché il dubbio di costituzionalità della legge viene avanzato da molte parti ritenendo che siamo davanti a una nuova sanzione la Giunta delle elezioni o forse meglio l'assemblea del Senato su proposta di questa potrebbe d'ufficio o su istanza di parte, sollevare la questione davanti alla Corte Costituzionale sospendendo il giudizio in attesa della pronuncia della Consulta". Tempo guadagnato - Onida spiega come finora non sia mai successo che a sollevare un incidente di costituzionalità fosse un ramo del Parlamento ma da un punto di vista procedurale non ci sarebbero ostacoli. Nè considera valida l'obiezione secondo cui se il Parlamento rietiene incostituzionale una legge la cambia, e non si rimette alla Corte Costituzionale. "infatti - scrive - in questa sede il Senato non è chiamato a legiferare ma ad applicare la legge come "giudice": in quanto tale ha, come tutti i giudici, il potere-dovere di rimettere alla Coprte di dubbi non manifestamente infondati di legittimità costituzionale della legge che si aggince ad applicare". Tuttavia, se anche si rinviasse alla Consulta un giudizio sulla legittimità costituzionale, si dilaterebbero di poco i tempi perché nel frattempo arriverà la decisione della Corte d'Appello sull'interdizione dai pubbici uffici e a questo punto cadrebbe la questione della retroattività. "Si guadagnerebbe solo un po' di tempo: non molto, perché la prouncia della Corte d'Appello è imminente". Arresto impossibile - Ondia considera "fantagiusiziaria" l'ipotesi che una Procura davanti a cui è pendente un procedimento a carico del Cavaliere possa decidere di disporre misure cautelari restrittive della libertà personale prima di tutto perché non è la Procura che decide "ma il giudice delle indagini preliminari e poi perché non è pensabile che un giudice nell'ambito di un procedimento per cui nessuno finora si è sognato di invocare misure restrittive nei confronti del senatore Berlusconi si svegli all'indomani della decadenza per disporre un arresto in evidente mancanza di uno esigenze cautelari perché nel frattempo il senatore si troverebbe già ristretto nella sua liberà personale per scontare la condanna diventata definitiva con la pronuncia della Cassazione".