La svolta
"Puoi ancora candidarti premier"Berlusconi prepara il piano d'autunnoe si prepara per palazzo Chigi
"Io non mollo". Per capire come andrà a finire, bisogna partire da via del Plebiscito. Domenica scorsa da quel palco Silvio Berlusconi è stato chiaro: "Io resto qui". Poi sono arrivate le tentazioni. Lasciare tutto in mano alla figlia Marina e rilanciare con lei Forza Italia verso il voto anticipato. Il nome di Marina per giorni ha fatto discutere. I sondaggi la premiano ma non assicurano la vittoria. Così lei, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe pensato di rifiutare l'offerta del padre e di restare a capo delle sue aziende. Evitando così la bagarre della politica. Ora Silvio a quanto pare sta pensando di restare lui in campo e di giocarsi le sue carte per un'altra sfida elettorale. In mezzo a questi sette gorni che separano il "non mollo" da "Marina", c'è l'intervista del giudice Antonio Esposito. L'uomo che ha condannato il Cav si è tradito e ha di fatto messo in discussione la sentenza. Il ministro Cancellieri ha dato l'ok per un'inchiesta sulla toga. Il Csm ha aperto un procedimento su di lui. Esposito e la sua sentenza sono macchiati. Questo è innegabile. "Annullare la sentenza" - Così l'ex guardasigilli Francesco Nitto Palma apre una breccia e pronuncia quella parola che in tanti non trovano il coraggio di dire: "annullamento". "La sentenza doveva essere annullata e questo sulla base delle dichiarazioni stesse di Esposito. Lui sostiene che si può arrivare alla condanna di Berlusconi se ci sono Tizio, Caio e Sempronio che dicono di averlo informato della frode fiscale, ma siccome di questo non c’è traccia nelle carte, ove mai nelle motivazioni il relatore dovesse scrivere una cosa del genere incorrerebbe in un ‘errore di fatto’ – evidenzia – rilevante ai sensi del 625 bis che prevede un ricorso se nelle motivazioni di una sentenza passata in giudicato vi è un errore. Se i legali di Silvio Berlusconi decideranno per il ricorso alla Corte di giustizia europea per i diritti dell’uomo, non potranno che ottenere ragione”. Il Cav candidato premier - Su questo passaggio, e su questa ipotesi il Cav fonda tutto il suo piano per le prossime mosse. Ed ecco così che arriva una frenata sul fronte Marina. Dennis Verdini, secondo quanto racconta il Corriere, ha già inquadrato bene la situazione e al Cav avrebbe detto: "Quel segnale che aspetti dal Colle non arriverà, per cui è meglio se facciamo cadere il governo ad agosto e ci prepariamo il voto a ottobre, anche per la storia dei margini interpretativi della legge Severino che consentirebbero a te, Silvio, di correre come candidato premier". Il Cav è ferito ma non ha perso il coraggio. Tra le pieghe giurdiche potrebbe esserci la possibilità di un'altra candidatura per palazzo Chigi.E lì i sondaggi, a differenza di Marina, premiano Silvio e lo danno vincente "oltre ogni ragionevole dubbio". "Marina nel mirino delle toghe" - Così sempre secondo quanto racconta il Corriere, il Cav avrebbe detto a proprosito di Marina: "Mia figlia rischia la mia stessa fine. Se scende in campo i magistrati la metterebbero nel mirino. Non posso permetterlo". Ed è in questo momento che Berlusconi ha pensato che forse, nonostante i domiciliari o i servizi sociali, una sua candiodatura a premier con il simbolo di Forza Italia potrebbe essere una carta vincente per battere ancora un Pd che fatica a trovare se stesso. Il Cav è debole. Ma l'avversario è debolissimo. Il governo sull'Imu non vuole cedimenti. Saccomanni insiste per non abolire l'imposta. Il piano di Silvio - Il Pdl è pronto a sgambettare Letta. Gli ingredienti per la crisi ci sono tutti. Ma ora il Cav potrebbe decidere, come ha sempre fatto, di seguire il suo istinto. Il piano è semplice: ribaltare la sentenza o quanto meno cercare di ritardarne gli effetti soprattutto sul fronte della decadenza da senatore, poi radunare le truppe a settembre per il lancio definitvo di Forza Italia e spiazzare gli avversari con un'altra campagna elettorale con lui, il Cav, in corsa per palazzo Chigi. (I.S.)