Il discorso
Berlusconi: "Magistratura irresponsabile. Ma resto in campo"
La faccia tirata. Quasi in lacrime. Ma pronto a combattere. Silvio Berlusconi si presenta davanti alle telecamere. Poche ore fa, dopo un assedio durato vent'anni, è arrivata la sua prima condanna definitiva: quattro anni di reclusione e interdizione da ridefinire nell'ambito del processo Mediaset. Il Cavaliere sceglie un videomessaggio per dire quello che pensa, per sfogare la sua frustrazione, per rilanciare la sfida. Per spiegare che resterà in campo, anche se privato della sua libertà personale. E per rilanciare la sfida: "Rimetteremo in piedi Forza Italia e chiederemo la maggioranza agli italiani per cambiare questo Paese". "Magistratura irresponsabile" - Il primo affondo, durissimo, del videomessaggio che dura nove minuti è contro le toghe: "Nessuno può comprendere la carica di violenza che mi è stata riservata in seguito ad una serie di accuse e processi" che non avevano fondamento. "E' un "vero e proprio accanimento giudiziario che non ha uguali". E ancora: "La sentenza mi rende sempre più convinto che una parte della magistratura sia un soggetto irresponsabile", una "variabile incontrollabile, con magistrati non eletti dal popolo, che è assurta a vero e proprio potere dello Stato e che ha condizionato permanentemente la vita politica". "Socio occulto di nessuno" - Sempre sulle toghe Berlusconi spiega che "dal '92-'93 c'è stata un'azione condizionata e fuorviante da parte della magistratura che ha preteso di assurgere un ruolo di rinnovamento morale in nome di una presunta innovazione etica". Quindi si è difeso nel merito delle accuse per le quali è stato condannato nel processo Mediaset: "Io non sono mai stato socio occulto di alcuno, non ho ideato mai un sistema di frode fiscale, non esiste una falsa fattura né un fondo occulto che riguardi me e la mia famiglia. Vigiamo in un Paese in cui la maggior parte dei crimini non vengono perseguiti. Io - aggiunge - sono fiero di aver creato con le mie sole capacità un gruppo imprenditoriale avendo l'orgoglio di non aver mai licenziato uno solo dei miei collaboratori. Sono fiero di aver contribuito alla ricchezza del Paese". "Chiederemo la maggioranza" - Come detto, però, il Cav non vuole mollare. E rilancia la sfida: "Dobbiamo continuare la nostra battaglia di libertà restando in campo". Quindi insiste: "Dobbiamo chiamare a raccolta i giovani e le energie migliori, e insieme a loro rimetteremo in piedi Forza Italia". Quindi quello che è forse il passaggio centrale del suo intervento: "Diremo agli italiani di darci la maggioranza per modernizzare il Paese a partire dalla più indispensabile delle riforme, che è quella della giustizia, per evitare che un cittadino sia privato della libertà". Una frase che sembra quasi una chiamata alle urne. Una frase con cui, sicuramente, Berlusconi avverte i suoi: bisogna essere pronti a tutto, anche al voto. Allo stesso tempo, però, l'ex premier gioca di sponda con Giorgio Napolitano, che pochi minuti prima, in uno suo intervento, aveva chiesto di rispettare le sentenze, insistendo però sulla necessità di una riforma della giustizia. "Sentenza sul nulla" - Lo sfogo di Berlusconi continua: "In cambio di un impegno di vent'anni quale è il premio? Accuse sul nulla e una sentenza che mi toglie la libertà e i miei diritti politici". Il Cav si lamenta poi spiegando, ironicamente, che è "così che l'Italia riconosce i sacrifici e l'impegno dei suoi cittadini migliori". E ancora: "Giunto quasi al termine della mia vita attiva ricevo in premio delle accuse e una sentenza fondata sul nulla assoluto, che mi toglie addirittura la mia libertà e i miei diritti politici".