Comanda lui

Grasso: "La riforma della giustizia non è urgente"

Ignazio Stagno

Pietro Grasso continua a dettare l'agenda al governo. A 6 giorni dal verdetto della Cassazione sul processo Mediset a carico del Cav, il presidente del Senato avverte: "La riforma della giustizia non è urgente. "È vero che l'ultima riforma organica della giustizia penale risale all'89, ma in questa fase di crisi una riforma ampia su un tema così delicato non è prioritaria", ha affermato Grasso, durante la cerimonia del Ventaglio. "Credo che sia opportuno - continua Grasso - che le forze di maggioranza sostengano con forza e compattezza il lavoro del governo Letta: in questa fase la stabilità, che non deve diventare un totem, è funzionale a porre in essere senza scossoni le linee di intervento illustrate dal presidente Letta in aula". E spiega: "La stabilità dovrà essere garantita in qualunque modo la Corte di Cassazione dovesse pronunciarsi su Berlusconi. Non dobbiamo sovrapporre le vicende giudiziarie del singolo alle vicende politiche generali". Il riferimento è al Cav. Sì ai gay, no alla giustizia - Ma se la riforma della giustizia in "un momento così delicato non è un'emergenza", non si capisce il motivo per cui la legge sulle unioni civili e la cittadinanza con lo strumento dello ius soli debba essere invece una priorità del governo. Più volte l'ex toga si è pronunciato dallo scranno più alto di palazzo Madama per "accelerare i lavori sulle unioni civili". Inoltre Grasso ha sposato in pieno la linea della Kyenge affermando che "regolare la cittadinanza per gli immigrati è un dovere del Paese". Insomma da mesi ormai Grasso dà i compiti per casa a Letta e dice quello che si può fare e quello che non si deve fare. Il tutto venendo meno al suo incarico istituzionale che dovrebbe essere simbolo di imparzialità.   Compiti per casa - Infine prima di lasciare la cerimonia del ventaglio Grasso dà gli ultimi compitini al governo: "Enrico Letta ha promesso che non si faranno passi indietro sul ddl che ripensa il finanziamento pubblico ai partiti. Anche il ministro Quagliariello ha detto che non intende rinviare oltre una modifica delle norme attuali. Mi sembrano segnali importanti. Inoltre ontinuo a considerare prioritaria la riforma della legge elettorale, senza per questo voler interferire in alcun modo sul programma di riforme costituzionali in corso". Sottoliniamo quel "voler interferire" che di fatto per lui è la regola. (I.S.)