In Sicilia

Crocetta non versa le quoteIl Pd lo sputtana sui giornali

Enrico Paoli

Il sollecito di pagamento, perché di questo si tratta, gli era stato consegnato a mezzo stampa. Una prassi abbastanza consolidata all’interno del Pd, dove anche le faide si consumano sui giornali. Solo che Rosario Crocetta, governatore della Sicilia, è uno che preferisce affrontare le cose di persona, in modo diretto e non mediato.  «Chiedere i soldi così, attraverso i giornali», afferma il presidente della Regione, «è un atto di meschineria politica». E nemmeno da poco, a dire il vero, trattandosi della richiesta  avanzata dal Pd relativamente ai contributi da parte degli iscritti. «Non è meschino che me li chiedano» , spiega il governatore, «ma che lo chiedano attraverso i giornali. Peraltro, da quello che so, sono i parlamentari iscritti al Pd che devono versare e io sono iscritto ad altro gruppo. E poi il Pd deve ancora darmi i soldi della campagna elettorale». Chi non ha peccati... Il nodo della questione, però, starebbe tutto in questo passaggio. In base al regolamento finanziario del Pd, tutti i parlamentari e, in generale, chi riveste incarichi di governo (il discorso riguarda il governo nazionale, le regioni, le province e i comuni) deve versare il 10%  dell’indennità percepita al partito. Crocetta e i suoi assessori, da quando si sono insediati, non hanno mai versato un solo euro. A conti fatti, dovrebbero mettere le mani  in tasca e pagare nove mesi di contribuzione. Considerato che si tratta di 1.500 euro circa al mese, presidente e assessori dovrebbero cacciare 13.500 euro cadauno (calcolando anche luglio). Dalle discrete sollecitazioni verbali - che in quasi nove mesi non hanno sortito alcun effetto - si starebbe passando a fatti formali: dagli uffici del Pd siciliano starebbero per partire le lettere di sollecito dei pagamenti. Il rischio, insomma, è che adesso comincino davvero a «volare gli stracci». Per la cronaca, i dipendenti che lavorano presso il Pd siciliano «navigano in brutte acque», come racconta dettagliatamente LinkSicilia,  giornale online dell’isola, tanto che per loro si parla di cassa integrazione. Un paradosso se si pensa che il Pd siciliano è al governo della Regione e dovrebbe usufruire dei versamenti di presidente e assessori con tessera Pd.  Tanto per avere un dato di riferimento,  l’indennità di un assessore regionale non parlamentare dell’Ars dovrebbe essere pari a circa 4mila euro. Nei primi anni del 2000 la giunta regionale, allora presieduta da Totò Cuffaro, approvò una delibera  con la quale le indennità degli assessori non deputati di Sala d’Ercole venivano equiparate a quelle dei parlamentari. Non contento di essere al centro di un complicato intreccio  normativo in materia di contributi e versamenti da regolarizzare, il governatore della Sicilia ha pensato bene di aprire una altro fronte. «Ho intenzione di scrivere all’Ordine per farmi dare il tesserino da giornalista», dice il presidente della Regione, «siccome esercito l’attività dei giornalisti e mi scrivo i comunicati da solo». La provocatoria affermazione, in realtà, sarebbe la risposta all’inchiesta avviata dalla Procura di Palermo in seguito ad un esposto presentato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia e dall’Assostampa che accusa il governatore di aver cancellato l’ufficio stampa, di esercizio abusivo della professione. «Insomma il tesserino non volete darmelo?», ha proseguito Crocetta scherzando, «dovete perorare la mia causa».   Una provocazione, quella del governatore, che non è affatto piaciuta ai vertici regionali dell’ordine. «Per i principi democratici non è pericoloso che un ente rappresentativo della categoria tuteli le prerogative dei giornalisti e cerchi di far rispettare le regole, ma che un politico ritenga di essere al di sopra della legge e di potersi occupare da sè dell’informazione proveniente dall'istituzione che rappresenta», sostengono in  una nota i vertici dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, per il quale «visto che finora ha ignorato l’Ordine dei giornalisti, che da sette mesi cerca invano di avere un contatto con lui, se veramente Crocetta ci chiedesse di iscriverlo», è l’ironica replica, «saremmo ben lieti di ricevere la sua istanza: potrebbe chiedere non il tesserino da pubblicista, ma quello da professionista, visto che ritiene di poter esercitare l’attività giornalistica praticamente a tempo pieno».  Insomma, un bel quadretto per un governatore che sostiene come «la questione morale e la giustizia vengono prima di ogni altra cosa. Chi è ladro deve sparire».