L'intervista

De Girolamo: io né falco né colombase il Cav me lo chiede mi dimetto

Lucia Esposito

Ministro Nunzia De Girolamo, è un falco o una colomba? «Né falco né colomba. Sono una berlusconiana convinta da quando mi sono iscritta a Forza Italia».  Che ne pensa della rifondazione azzurra? «Per me il ritorno di Fi è una grande notizia. Il nome e i principi che avevano ispirato quel partito erano, e sono, elementi vincenti».  Ha fretta di lasciarsi alle spalle il Pdl? «Il Pdl, inteso come il Ppe italiano, è stato una grande operazione politica...». Ma? «...richiedeva la partecipazione di protagonisti all’altezza della lungimiranza di Berlusconi. Purtroppo gli altri leader non si sono dimostrati tali». Si torna all’antico.  «Tornare a Forza Italia non significa solo recuperare il nome, ma valori e ideali che contraddistinsero quella stagione. Ed è anche un messaggio per ricompattare tutto il fronte dei moderati». Rinasce il partito e già si litiga su chi debba guidarlo. Santanchè o Alfano?  «Discutere di stellette oggi è un grande errore. La discussione è sul progetto politico, sui valori, sull’esigenza di rigenerare la classe dirigente attraverso un radicamento maggiore sul territorio e di attrarre la parte produttiva del Paese. Mi sembra limitativo parlare adesso di nomine».  Meglio rinviare il discorso? «Alimentare ora la guerra mediatica tra falchi e colombe è un grave errore perché si rischia di svilire il progetto. Abbiamo un leader indiscusso, è inutile fare la graduatoria di chi è più berlusconiano. Sappiamo tutti che è Berlusconi il collante e il depositario del consenso popolare. Invece di dividerci, stringiamoci intorno a lui visto l’accanimento giudiziario che sta subendo. Non ripetiamo gli errori del Pdl, altrimenti rischiamo di disorientare il nostro elettorato». Berlusconi è il fulcro. Ma se viene interdetto? «Non ci voglio nemmeno pensare. Credo che questo Paese sia in grado di dimostrare ancora rispetto per chi ha da vent’anni il consenso di milioni di italiani. Continuiamo ad avere l’agenda politica dettata dal tribunale di Milano e questo non va bene. Io ho rispetto per i giudici, ma i giudici devono avere rispetto per la politica. Se loro vanno in piazza o ce li ritroviamo candidati, chi viene eletto dal popolo ha il diritto di commendare le sentenze e di dire che oggi c’è un’emergenza giustizia. Mi auguro che all’interdizione non ci si arrivi. Noi non lo consentiremo, non so come, ma non lo consentiremo».  Intanto il Senato inizia a discutere sulla ineleggibilità del Cavaliere... «Vorrei che non se ne parlasse più, visto che Berlusconi viene eletto sistematicamente dagli italiani nonostante le cattiverie che si leggono sulla stampa nazionale e internazionale. Su questo sarebbe bello sentire qualche parola in più anche dal Pd se davvero si vuole pacificare questo Paese». I dem sono in fase congressuale, il Pdl attraversa fibrillazioni interne, adesso pure il professor Monti minaccia la crisi... «Questo governo regge se ognuno di noi penserà che questo Paese non è il nostro ma quello dei nostri figli. Regge se ognuno di noi penserà meno al proprio partito o alle proprie pur legittime ambizioni personali e un po’ di più all’interesse generale. Io sono al governo perché me l’ha chiesto Berlusconi, se domani lui ci chiedesse di abbandonare l’esecutivo noi lo faremmo. Spero solo che, trattandosi di una maggioranza di emergenza, il senso di responsabilità prevalga sugli individualismi». intervista di Salvatore Dama