Partito azienda
Berlusconi fa il casting per Forza Italia 2.0
Sono moltissime le notizie che circolano sulla nuova Forza Italia, sul nuovo partito che ha in mente Berlusconi, un'idea diventata ancora più consistente dopo la sconfitta alle amministrative. Il Cavaliere sogna di realizzare il suo progetto politico che nel 1994 lo ha spinto a scendere in campo. Un partito azienda, più leggero, snello, radicato sul territorio. Dato che il finanziamento pubblico ai partiti sarà tagliato nei prossimi anni, il nuovo partito dovrà essere in grado di raccogliere fondi autonomamente anche perch come ha detto Daniela Santanché "nessuno può pensare a un Silvio Berlusconi bancomat". Il partito dei "Carini" - Il progetto su cui sta ragionando il Cavaliere prevederebbe una rivoluzione nel modo stesso di intendere il partito. Ovvero, addio Pdl in quanto forza politica strutturata secondo i vecchi schemi e riti, e avanti tutta su una struttura snella, senza tessere e sedi locali, capace di autofinanziarsi, e soprattutto non imbrigliata in scale gerarchiche. Il che, viene fatto notare, significa che Berlusconi tornerà ad essere il vero e solo deus ex machina del partito. Poi, certo, nei progetti berlusconiani ci potrà anche essere la figura di un coordinatore o ruolo analogo, meglio un soggetto con un incarico sulla falsa riga degli amministratori delegati d’azienda (almeno questo è l’esempio fatto dal Cav). Berlusconi avrebbe anche elencato alcuni nomi, non perchè già contattati - viene specificato - ma come esempio e ambizione verso cui mirare: tra quelli fatti, Montezemolo, Barilla, Todini, Averna, Benetton, Marchini (il quale ringrazia ma rimanda al mittente l’offerta). Facile a prevedersi, la conferma della messa in soffitta del Pdl ha terremotato il partito, con la vecchia guardia che già si sente di fatto accompagnata alla porta (un anticipo del clima rovente si è avuto a cena, con un duro scontro tra Cicchitto e Santanchè). Una partito di "carini", come scrive Maurizio Belpietro nel suo editoriale, di bella presenza ma anche di bella sostanza da contrapporre alla sinistra di Renzi. Ma, scrive del Belpietro, non basta volti nuovi per cambiare il partito servono programma e idee. C'è chi dice no - E tra i malpancisti c'è chi mette in guardia dal rischio smottamenti, gruppi parlamentari allo sbando e conseguenti ripercussioni sulla stabilità della maggioranza e del governo. Perplessi se non proprio contrari gli ex An (tra cui Gasparri e Matteoli seppur con diverse sfumature). Tra gli scettici, poi, c'è anche chi solleva la questione anagrafica. Ossia: così si tornerà ancor più di adesso a un partito leaderistico, tutto incentrato sulla figura del 'capò attorno alla quale ruotano le future leve, ovvero i manager che 'presidianò il territorio. Dunque, sfogliando il calendario e processi a parte, è il ragionamento svolto a freddo, bene che vada non si andrà a votare prima di un anno: nel 2014 ci sono le europee e poi inizierà il semestre di presidenza italiana dell’Ue, impossibile - si riflette - che Napolitano sciolga le Camere. Ebbene, si domandano gli scettici, possiamo andare alle urne con Berlusconi quasi ottantenne? Per di più che sfida il giovane Renzi? Sì, perchè l’opzione urne in tempi rapidi, almeno al momento, Berlusconi non la prende nemmeno in considerazione: Letta deve andare avanti, semmai dobbiamo incalzarlo sulle nostre misure, soprattutto in vista del vertice Ue di fine mese. Dopo aver lanciato il macigno nello stagno, il Cavaliere è tornato a concentrarsi sui suoi processi e sulla imminente pronuncia della Corte sul ricorso contro il negato legittimo impedimento nell’ambito del processo Mediaset, sentenza attesa per il 19 giugno. La prossima settimana, poi, non è escluso che possa fare un sopralluogo nella futura nuova sede. Da luglio infatti il partito potrebbe cambiare sede e trasferirsi in un palazzo in Piazza San Lorenzo in Lucina. Lascerebbe così gli storici uffici di via dell'Umiltà l'ex quartier generale del partito Popolare di don Sturzo, che dal dicembre del 1993 ospitato Forza Italia prima e il Pdl dopo.