Il punto
Berlusconi gelido con AlemannoPolemica e giallo sul sostegno:la storia di un rapporto difficile
di Andrea Tempestini @antempestini Una cordiale diffidenza, ma neppure troppo cordiale. I due, Gianni Alemanno e Silvio Berlusconi, non si sono mai troppo amati. Diversa estrazione, diversa impostazione, un background di politica-politicante per il sindaco di Roma, un background tutto tv e imprenditoria per il Cavaliere. La "pax" elettorale per la corsa al Campidoglio è stata siglata a fatica. Il leader del Pdl avrebbe preferito puntare su un nome nuovo, e con lui diversi esponenti della vecchia guardia azzurra. Sulla candidatura si creò anche un piccolo giallo. Berlusconi lo scorso febbraio disse: "Alemanno? Non so se si candiderà". Una chiusura a poche settimane dal voto. Una chiusura durata poco: il Cav ritrattò, disse che sì, Gianni avrebbe difeso la sua poltrona di sindaco. Ma la querelle, in qualche modo, dà la cifra del loro rapporto teso. Il precedente - Di fatto, lo scorso febbraio, Silvio aveva reso pan per focaccia all'ex Msi, che nei giorni bollenti che seguirono la caduta dell'ultimo governo Berlusconi per favorire l'ascesa di Monti si spese in prima persona per un rinnovamento del Pdl che non passasse per il Cavaliere. Per il sindaco capitolino il ritorno di Berlusconi "è irrazionale e improponibile": così a dicembre 2012, quando la ridiscesa in campo, da semplice rumor, diventò voce insistente. Qualche mese prima, sempre Alemanno, diceva: "Berlusconi non si candiderà di nuovo". Di fatto, il Cav, non si è candidato. Ma nell'ultima campagna per le politiche si è speso in prima persona, un vero e proprio tour de force che ha portato il Pdl a un inaspettato e sostanziale pareggio con il Partito democratico. Il comizio - Berlusconi, è cosa nota, non ha messo lo stesso impegno in sostegno di Alemanno nella campagna per le amministrative. In verità - saranno stati i processi, gli impegni, l'agenda economica o la tessitura del rapporto con Letta - non ne ha messo nemmeno la metà, di quell'impegno. L'unica comparsata in chiusura, la scorsa settimana, con un breve comizio più "politico" che "romano". Ad ascoltarlo poche persone, tanto che il Cav, con i suoi, si sarebbe sfogato: "Era meglio se non andavo". Ora che dopo il primo turno il divario con Ignazio Marino è superiore ai 10 punti, nonostante le dichiarazioni di facciata Berlusconi, non vuole esporsi per il sindaco di Roma: troppo alto il rischio di mettere la faccia per una sconfitta netta. Sassolini - Alemanno pare essere solo. Da par suo confida nella rimonta: "Ce la farò. Recupererò i voti degli assenteisti". E intervistato da Repubblica a caldo, dopo la sconfitta al primo turno, il sindaco sembra togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "A febbraio Berlusconi è stato presentissimo a favore di Storace, ma non ha portato bene". E ancora: "La gente a Roma vota su motivazioni particolari, non sugli slogan o gli effetti speciali di una campagna nazionale". Gianni è pronto a fare a meno di Silvio, un alleato con cui l'amore non è mai sbocciato. Un alleato che nel 2009, quando Gianni era sindaco, di Roma disse: "Ma quanto è sporca. Sembra l'Africa...".