Addio moderati
Scelta civica sta morendo: Montezemolo e Udc mollano Monti
Big bang tra i moderati, Scelta civica sembra già un ricordo. Secondo indiscrezioni dai palazzi romani, Luca Cordero di Montezemolo sarebbe pronto a dire addio a Mario Monti, mentre l'Udc minaccerebbe la creazione di gruppi separati alla Camera e Senato. Secondo l'agenzia Agi 30 parlamentari hanno sottoscritto in questi giorni un documento per criticare le scelte dei vertici. E nel mirino c'è anche in questo caso il professore che, riferiscono fonti parlamentari, da un lato "si è disimpegnato dal partito e dall’altro ha portato avanti tutte le trattative sulle nomine". Giovedì assemblea di Scelta civica al calor bianco. A far rumore è anche lo strappo di Montezemolo, l'uomo che più di tutti nello scorso inverno si era adoperato per la discesa nell'agone elettorale dell'ex premier. Mister Italia futura, pur senza candidarsi né pretendere ruoli in eventuali governi, aveva ottenuto la nomina di Carlo Calenda nel ruolo di viceministro allo Sviluppo, di Pierpaolo Vargiu alla presidenza della Commissione Affari sociali della Camera e di Gianluca Susta diventato nuovo capogruppo al Senato. Troppo poco, sostengono i montezemoliani, vera ossatura di Scelta civica. E tra i ribelli vicini al presidente Ferrari c'è anche Andrea Romano, il primo a sottolineare come il partito sia senza sede e senza guida. Secondo fonti vicine ai firmatari del documento Monti avrebbe trattato per alcune nomine nel governo "senza tutelare tutte le aree". "Finora la priorità era il governo e l'agenda per il Paese, ora si cambia - assicura dal canto suo il Professore -. Adesso ci sarà una fase più attiva dal punto di vista del rilancio del partito, non c'è nessun atteggiamento liquidatorio". L'autodifesa di Monti però fa acqua, visto che lui per primo ha scelto di fare un passo indietro, senza avere incarichi né ruoli particolari all'interno di Scelta civica. Sobrietà, l'ha definita qualcuno. Delusione e sfiducia, ha ribattutto qualcun'altro. Di certo c'è che i rapporti con l'Udc e Pieferdinando Casini non sono mai stati idilliaci. All'assamblea di giovedì saranno presentate diverse mozioni e una delle richieste che verrà portata avanti è quella di riequilibrare il partito che in molti vedono oggi troppo spostato sul versante cattolico e poco incisivo, per esempio, sul fronte della Giustizia. Tra i più critici anche l'ex Pd Pietro Ichino. Come dire: Monti è circondato, e questa volta Beppe Grillo non c'entra.