Dal palco del "Tutti a casa Tour"

M5S, Grillo: "Chi vuole tenersi la diaria se la terrà. Se vuol far carriera, è fuori"

Giulio Bucchi

"Chi vuole tenersi i soldi se li terrà. Vuole fare carriera? Si mette fuori da solo". Affronta così, Beppe Grillo, la spinosissima questione della diaria degli onorevoli che sta rischiando di far esplodere il Movimento 5 Stelle. Da Avellino, dove è partito il suo Tutti a casa Tour a sostegno delle liste M5S presenti alle imminenti elezioni amministrative (gran finale il 24 maggio in piazza del Popolo a Roma), il leader a 5 Stelle se la cava con una scrollata di spalle, delegando la responsabilità a ciascun eletto. E prima di salire sul palco, anticipa: "La diaria verrà restituita. Si terranno 2.700 euro circa, netti, e il resto verrà restituito". "Quello che avanzerà - ha spiegato - finirà in un conto e   deciderà l’assemblea. Chi vorrà trattenerla, e sono uno o due, deciderà da solo. Dobbiamo essere l'esempio, la dimostrazione".  "Via i senatori a vita" - Nell'aria c'è sempre la questione della crisi interna del Movimento, ma il comico/leader riesce anche a parlare di "programmi". Innanzitutto, via i senatori a vita: "Abbiamo un presidente della Repubblica per 14 anni con tutti i poteri che ha. Adesso si è liberato il posto di Andreotti. Voglio sapere chi ci andrà. Li devono abolire i senatori a vita". La linea è chiara: opposizione senza esclusione di colpi a Pd, Pdl e Scelta civica. "Vogliono la guerra; faremo la guerra. Stanno dicendo che la crisi è quasi finita, ma a settembre non ci saranno i soldi per gli stipendi. Quando verrà giù tutto, noi ci saremo. Ci stiamo preparando". E sulle presidenze di commissione, è chiaro: "Non riconoscono questa forza, non ci hanno dato una carica. Voglio il Copasir, voglio i servizi segreti. Non ci hanno dato la vigilanza Rai, si sono portati dentro l’opposizione". "Dossier contro i giornalisti" - In realtà, Grillo se l'è presa ancora una volta con i giornalisti e la stampa: sul caso diaria "ci fanno la battaglia perché in uno o due hanno protestato. Ci sono ragazzi bravissimi (tra i parlamentari, ndr) e invece vanno a cercare chi ha detto non ce la faccio". "Siamo stanchi di prendere botte - ha sbottato -, ora faremo i dossier anche noi. Su giornalisti che fanno i talk show, su De Benedetti che monta casi: usiamo le stesse armi, basta prendere botte".  L'addio di Venturino - Non c'è solo il fronte "romano" del caso-diaria a preoccupare Grillo, ma pure quello siciliano. Il vicepresidente dell'Assemblea regionale siciliana (Ars) Antonio Venturino, eletto con il Movimento 5 Stelle e ora in uscita, ha annunciato l'intenzione di creare un nuovo progetto politico che raccolga le adesioni di coloro tra i 5 Stelle che non condividono "l'impostazione antidemocratica, la mancanza di dialogo interno oltre che di una strategia senza la quale un partito di maggioranza non riesce ad essere forza di governo". Venturino è stato espulso la scorsa settimana dal Movimento: "Perché ho critcato la mancanza di una strategia del movimento a Roma e l'incapacità di dialogare con altre forze politiche", ha spiegato lui. Perché si è tenuto per intero l'indennità di parlamentare siciliano, ribattono i suoi ex colleghi.