E il guru vide le stelle

La lezione del guardaportone del Quirinale a Grillo: "Vai a fare il cafone altrove, vai a fare il paraculo in tv. E il comico abbozzò...

Sebastiano Solano

Entrando dal portone del Quirinale per le consultazioni, Beppe Grillo ha trovato pane per i suoi denti: il guardaportone del palazzo che ospita il presidente della Repubblica. Davanti al quale l'irruento ledader del M5s pare abbia perso la parola. Il gustoso racconto è stato raccolto da Massimiliano Scafi, penna de Il Giornale.  Gli avrei messo le mani addosso - "Grillo? Gli avrei messo le mani addosso", ha dichiarato l'omone. Grillo, sceso dalla macchina, si appresta ad entrare. Il guardaportone, ancora visibilmente contrariato, racconta dell'arroganza di Grillo: "Scusi, ho un appuntamento con il capo dello Stato", gli ha chiesto appena arrivato. E ai giornalisti: "Si paga per entrare?". Il guaradportone, dice Scafi, è ancora inferocito: "Bene – prosegue il racconto – io istintivamente l’avrei preso a schiaffi. Gli avrei detto: aho’ che voi? Che sei venuto a fa’? Cerchi rogna? A bello, nun poi venì fino quassù a prendere per i fondelli quelli che lavorano, solo per fare il paraculo davanti alla tv". Vai a fare il cafone altrove - L'uomo dà poi una lezione di galateo istituzionale a Grillo che, fosse rimasto a sentirlo, difficilmente avrebbe dimenticato: "Gli avrei voluto spiegare che, comunque la si pensi, ci vuole rispetto per le istituzioni, che non sono le sue solo perché è andato bene alle elezioni, ma sono di tutti. Poi gli avrei ricordato che Roma ha visto di tutto, dai barbari alla papessa Giovanna, dai lanzichenecchi ai leghisti, ed è sopravvissuta bene. E anche questo palazzo non è stato costruito ieri. Per cui, il comico Grillo vada a fare il cafone altrove”. Tutte parole che, proprio per il rispetto che nutre per le istituzioni, l'uomo non è riuscito a riferire a Grillo.  E Grillo ha abbozzato - Quindi, smorzando i toni ma mantenendo la sostanza, il guardaportone ha così redarguito Grillo: "L'Ho guardato dritto negli occhi e gli ho detto: signor Grillo, è venuto qui perché ce l’hanno mandato. Bene, ma ora è meglio che entri perché la stanno aspettando. Si accomodi, qualcuno le dirà cosa fare e dove parcheggiare. E ho accompagnato le parole con un ampio gesto del braccio”. L'uomo rievoca poi la reazione di Grillo: "Ha capito. Ha smesso di parlare ed è entrato a testa bassa e con la coda tra le gambe. Come si dice a Roma, ha fatto pippa. Insomma, ha dovuto abbozzare”.