Via libera a Montecitorio
Governo, Letta ottiene la fiducia alla Camera: 453 sì
Il governo del premier Enrico Letta ha ottenuto la fiducia alla Camera: su 606 votanti a Montecitorio, i sì sono stati 453, i no 153 e 17 gli astenuti. Domani si replica al Senato. Sicuri i no di Movimento 5 Stelle, Sel e Fratelli d'Italia, ma c'è stata qualche sorpresa visto che sulla carta i voti contro dovevano essere 155, due in meno di quanto accaduto in Aula. Domani si replica al Senato, ma anche a Palazzo Madama non ci dovrebbero essere sorprese. I conti sull'esecutivo - A un primo conto, la maggioranza ottenuta dal nuovo esecutivo "di larghe intese" risulta più ampia del previsto, rispetto alle dichiarazioni di voto del tardo pomeriggio. I "sì" annunciati di Pd, Pdl e Scelta civica erano in totale 437. Significa che nel giro di qualche ora si sono aggiunti 16 onorevoli "convinti" dal discorso del presidente del Consiglio. Molti di loro potrebbero essere della Lega Nord (Giorgetti ha annunciato astensione, ma Umberto Bossi s'era detto convinto di un voto "libero", senza ordini di partito), qualcuno magari pure dal Movimento 5 Stelle. Durissimo in aula sul governo "della trattativa stato-mafia", l'ha definito il deputato grillino Colletti. In realtà, durante il discorso di Letta, qualche onorevole a 5 Stelle non ha esitato ad applaudire soprattutto nei passaggi-chiave contro la Casta, sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e dello stipendio di ministri-parlamentari. Certo, resta l'atteggiamento ambiguo di qualche democratico. Se Rosy Bindi ha picchiato duro sull'Imu, annunciando però il proprio voto a sostegno, il "ribelle" Pippo Civati si è astenuto. Di fatto, tenendosi le mani libere per occasioni più incerte.