Il metodo Letta
Governo, ora si riapre la partita per i sottosegretari
Giovani, non "divisivi", funzionali. Dopo la nomina dei ministri, si riapre la partita sulla scelta dei sottosegretari. Che seguirà lo stesso metodo applicato da Enrico Letta nella formazione della squadra di governo. Come riporta il Corriere della Sera il neo presidente del Consiglio, spiegano dal suo entourage, lavorerà sulla "funzionalità della squadra", lasciando fuori le personalità divisive. Mentre non sarebbe più così ferrea come per la costituzione dell'esecutivo la regola dell'esclusione degli ex ministri. La scelta dei sottosegretari potrebbe infatti "accontentare" alcuni dei grandi esclusi e appianare i contrasti all'interno delle varie componenti politiche. Così insomma potrebbero rientrare in partita alcune personalità che in passato hanno ottenuto appoggi bipartisan. Maurizio Gasparri sottolinea che "noi del Pdl siamo fortemente sottodimensionati. Il numero di presenze va riequilibrato". Intanto scatta il totonomine e i primi che candidati che vengono fuori sono Marco Minniti (Pd) come sottosegretario agli Interni e Bernabò Bocca (presidente di Federalberghi) al Turismo. Quanto alla fiducia, che oggi pomeriggio Enrico Letta chiederà alla Camera, non dovrebbero esserci sorprese. Voteranno sì Scelta Civica e Udc, i socialisti di Riccardo Nencini e pure la Lega potrebbe appoggiare il nuovo esecutivo. Anche il Pd che inizialmente si era spaccato sul governo Letta alla fine dovrebbe ricompattarsi. "Dopo gli spari sotto Palazzo Chigi - ha spiegato Marco Di Maio - penso proprio che voteremo uniti per la nascita del nuovo governo. Bisogna ricostruire nel Paese un clima positivo".