Vittima del suo delirio
Grillo seppellisce il 25 aprile: "E' morto con l'inciucio e con l'informazione corrotta"
In quelli che sembrano giornate, finalmente, di riconciliazione nazionale, con Pd e Pdl che si apprestano a varare un governo di larghe intese, Beppe Grillo affossa la data simbolo di quella riconciliazione: il 25 aprile, giornata di resistenza al nazifascismo e data fondativa della nostra Repubblica. In uno dei suoi post-delirio, il leader del M5s suona le campane a morto. E c'è da capirlo, vista l'irrilevanza politica a cui si è ridotto. Scrive Grillo: "Nella nomina a presidente del Consiglio di un membro del Bildeberg il 25 aprile è morto, nella grassa risata del piduista Berlusconi in Parlamento il 25 aprile è morto, nella distruzione dei nastri delle conversazioni tra Mancino e Napolitano il 25 aprile è morto, nella dittatura dei partiti il 25 aprile è morto, nell'informazione corrotta il 25 aprile è morto". Assalto alla Costituzione - Un lancio di fendenti, insomma, contro Pd, Pd, informazione, magistratura, ovvero su quei poteri che, se correttamente bilanciati, sono il cardine della nostra Costituzione. Ma non basta. La faticosa intesa raggiunta da Pd e Pdl dopo una guerra civile ventennale, rischia di sancire la definitiva sepoltura di ogni velleità dei Cinque stelle di conquista del potere. Scaricato dai cittadini, che secondo i sondaggi più recenti stanno abbandonando in massa il M5s pur avendolo votato alle scorsa tornata elettorale, Grillo è ormai vittima dei suoi stessi deliri. Non gli resta che scagliarsi contro tutto e contro tutti, non gli resta che riesumare eventi ormai sorpassati dalla storia come le P2 e il governo Craxi. Antiberlusconismo a go-go - Continua Grillo: "nella resurrezione di Amato, il tesoriere di Bottino Craxi, il 25 aprile è morto, nei piduisti che infestano il Parlamento e la nazione il 25 aprile è morto, nelle ingerenze straniere il 25 aprile è morto, nella perdita della nostra sovranità monetaria, politica, territoriale il 25 aprile è morto, nella mancata elezione di Rodotà il 25 aprile è morto". Quindi una spolverata di antiberlusconismo: "nella Repubblica nelle mani di Berlusconi, 77 anni, e Napolitano, 88 anni, il 25 aprile è morto, nei processi mai celebrati allo "statista" Berlusconi il 25 aprile è morto, nella trattativa Stato - mafia i cui responsabili non sono stati giudicati dopo vent'anni il 25 aprile è morto". La chiusa del post è un consiglio che lui stesso avrebbe dovuto seguire prima di sparare questa colata di fango: "Oggi evitiamo di parlarne, di celebrarlo, restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti.Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere".