Verso le larghe intese
Amato premier: tutti quelli che dicono no
Rimbalza come una pallina da ping ping il nome di Giuliano Amato, Rimbalza, per alcuni (molti) come uno spettro il nome dell'uomo che i notte svuotò le tache agli italiani. Un nome che tranquilizza pochi e spaventa molti. Il "topolino di Craxi" come lo definisce il direttore di Libero Maurizio Belpietro nel suo editoriale di oggi martedì 23 aprile, non è il moglior modo per voltare pagina. E mentre il suo nome continua a rimbalzare (accanto a quello di Enrico Letta) come probabile premier si amplifica il coro di quelli che dicono no. Lui finora ha taciuto, ma oggi proprio mentre sono in corso le consultazioni di Giorgio Napolitano, Dottor Sottile parla a margine di un convegno promosso dalla Scuola Superiore di San'Anna di cui è presidente. Ai giornalisti che gli chiedono se sarò lui a guidare il prossimo governo, lui ha risposto con un no. Stessa risposta anche sulla possibilità che vengano adottati provvedimenti che riguardino una patrimoniale sulle famiglie e il prelievo forzoso sui conti correnti. Poi si sofferma a parlare della sua pensione. "I 31mila euro di cui si parla - ha detto - cumulano la pensione con un vitalizio che ogni mese io destino a delle attivita' di beneficenza". Amato ha poi aggiunto: "Se si continua cosi' si fa passare l'unico parlamentare che ha rinunciato al proprio vitalizio come percettore di prebende". Poi precisa: "La mia pensione è di 22mila euro lorde che al netto diventano 11.500 euro. Una pensione per niente bassa, ma il problema dell'Italia non e' che esistono pensioni da 11mila euro, ma che ci sono persone che a prescindere dal loro merito sono schiacciate ai livelli piu' bassi". Contestazioni - Ma mentre lui parlava della sua pensione e rassicurava suil prelievo forzoso, centinaia di giovani dei collettivi e dei circoli antagonisti hanno inscenato una contestazione, davanti alla Scuola San'Anna di Pisa alla fine del convegno a cui ha partecipato anche il ministro dell'Istruzine Francesco Profumo. I giovani contestatori urlano slogan contro il governo e hanno provato a forzare il cordone delle forze dell’ordine, che hanno risposto con delle cariche di alleggerimento in cui è rimasto lievemente ferito un manifestante. I giovani chiedono di essere ricevuti da Giuliano Amato "che è il futuro presidente del Consiglio". Il partito anti-Amato. A guidarlo c'è la Lega che ha subito urlato il proprio no davanti alla prospettito da Anmato premier. Non ha usato mezze parole Roberto Maroni: "quando andremo da Napolitano a fare le consultazioni gli diremo chi per noi potrà fare il candidato premier. Vi posso dire chi per noi non può fare il candidato premier: Giuliano Amato.“Non è un veto, non poniamo veti, noi diamo la nostra interpretazione e indicazione, poi spetta al capo dello Stato decidere. Berlusconi sa come la pensiamo e se vuole mantenere buoni rapporti con noi, sa che per noi nell’ordine alfabetico la 'à non c'è...”. Ancora più diretto è stato Umberto Bossi: "Noi siamo contrari a un governo con Amato premier. Amato lo conosciamo, ha portato via i soldi che la gente aveva in banca..". Le contorsioni del Pd - I dubbi sono legati alle contorsioni del Pd, al travaglio che sta dividendo largo del Nazareno, ai paletti che stanno mettendo i partiti sui programmi, a cominciare da quelli economici. Giuliano Amato ha espresso i suoi timori con pochi interlocutori, ma chi lo ha sentito non nega che il 'dottor Sottilè, soprattutto prima dell’intervento di Giorgio Napolitano in Aula, non fosse preoccupato per la situazione politica, per come siano stati 'impallinatì proprio dal Pd Franco Marini e Romano Prodi. Facile che il discorso di insediamento del presidente della Repubblica abbia fugato alcune remore, è stato la massima carica dello Stato a dettare le condizioni sul suo mandato e sul suo impegno, ora si aspetta che le forze politiche diano seguito alle intenzioni manifestate già nei colloqui che Napolitano ha avuto con Bersani, Berlusconi e Monti. Amato si sarebbe sentito più volte oggi con il Capo dello Stato, avrebbe spiegato di essere a disposizione, anche se alle forze politiche chiederebbe garanzie precise. La verifica sui numeri si capirà oggi i durante le consultazioni. C'è chi accredita la tesi che un domani potrebbe poi essere proprio Amato a prendere l’incarico che lascerà Giorgio Napolitano, soprattutto qualora non dovesse andare in porto la riforma del semipresidenzialismo.