Sulla pelle degli italiani
Larghe intese, la Bindi e Orfini si oppongono: il congresso del Pd continua
di Sebastiano Solano La mossa di Pierluigi Bersani di convincere Giorgio Napolitano ad accettare un secondo mandato è stata vista da molti commentatori come un tentativo di salvare il Pd da una scissione che pareva inevitabile. Obiettivo raggiunto? Non proprio. Lo spacchettamento del partito è stato solo rimandata di qualche giorno. Le varie correnti hanno iniziato ad affilare i coltelli e sono pronti ad continuare il congresso di partito durante la formazione del prossimo esecutivo. Sin dal momento successivo alla riconferma di Napolitano, infatti, all'interno del Pd sono iniziati i primi distinguo riguardo il futuro governo. Faida continua - Ad aprire le danze è stata Rosy Bindi, presidente del partito dimissionaria, che intervistata da Sky Tg24 ha dichiarato: "Ho grande stima di Enrico Letta e credo che sarebbe molto capace, ma non è certo questo il momento". Ma non è una questione personale, questo è evidente. Lo spiega la stessa Bindi nel secondo passaggio dell'intervista: "Non ci possiamo allontanare troppo da un governo del presidente, di scopo, che parta dal programma dei saggi, in cui i partiti facciano un passo indietro", premette. Ma poi precisa: "Noi non abbiamo scelto la linea delle larghe intese e credo che sia una strada da non perseguire neanche adesso". Ma la Bindi non è l'unica. Giovani turchi pronti alla vendetta - A seguirla a ruota c'è anche Matteo Orfini, che guida la corrente dei 'giovani turchi', che a conclusione di un lungo post sul suo blog dove spiega i motivi per cui non era possibile eleggere Stefano Rodotà al Quirinale, scrive: "Io ho votato un presidente della Repubblica. E quel voto non impegna né me né il Pd al sostegno di un governo col Pdl. Questo lo abbiamo chiarito prima del voto e lo ripeto ora. Al governo con Berlusconi ero e resto contrario". Un messaggio chiaro, chiarissimo, indirizzato a quanti si sono spesi per la rielezione di Napolitano sperando in un governo di larghe intese. Una vendetta incrociata, a pochi giorni della mancata elezione di Romano Prodi, giocata sulla pelle dei cittadini. Il congresso del Pd, insomma, continua. I problemi degli italiani pure.