Non cambia nulla

Giorgio Napolitano ha accettato,resta al Colle, poi via al governissimo

Ignazio Stagno

Giorgio Napolitano si prepara a tornare in campo. La risposta  ufficiale è arrivata alla vigilia del setsto scrutinio che partirà alle 15,30. "Nella consapevolezza delle ragioni che mi sono state presentate e nel rispetto delle personalità delle istituzioni ritengo di dover offrire la disponibiltà la richiesta che mi è stata offerta. Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un'assunzione di responsabilita' verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilita", ha affermato il presidente. Il suo ritorno lo vogliono tutti. In questa situazione di blocco istituzionale, il suo nome è stato scelto come catalizzatore per sbloccare il Colle e per far partire il nuovo governo che probabilmente sarà di larghe intese. Re Giorgio ha accettato di riproporsi alla guida dello Stato. Non sarà un altro settennato, probabilmente Napolitano resterà al Colle fin quando le acque non si calmeranno per poi farsi da parte e passare la mano ad un successore. Il suo nome era nell'aria da tempo. Dopo le scottature di Prodi, Marini e di un Rodotà che non va oltre gli steccati del Movimento Cinque Stelle e Sel, ora Napolitano è il nome che potrebbe dare stabilità al Paese.  I numeri - Giorgio Napolitano può contare su un bacino potenziale di 795 voti su 1007. Per la riconferma dell'attuale Capo dello Stato dovrebbero votare tutti i grandi elettori tranne i 163 del Movimento 5 Stelle, i 45 di Sel, i due senatori a vita Giulio Andreotti e Carlo Azeglio Ciampi (che non partecipano per ragioni di salute) e i due presidenti di Camera e Senato Boldrini e Grasso (che per prassi non votano). I voti necessari per l'elezione sono 504. Il governo che verrà - Lo schema è semplice Re Giorgio va avanti magari per i prossimi due anni. Parte un governo di larghe intese con Pd-Pdl e Scelta Civica e con i grillini che escono fuori dai giochi. Un modo questo per avviare una legislatura che stenata a partire ed accompagnare il Paese a nuove elezioni. Una scelta quella di Napolitano che già apre le porte ai rumors per la scelta del prossimo premier. Enrico Letta è in pole position (in ticket con Angelino Alfano vice e, magari, lo zio Gianni Letta sottosegretario), subito dietro Giuliano Amato. Il primo sarebbe più condiviso anche dal Pdl. Insomma Re Giorgio può togliere le castagne dal fuoco. Il voto per la sua rielezione potrebbe andare in aula già oggi pomeriggio. Sul prossimo governo è facile immaginare che la squadra di ministri sarà composta da tecnici che rappresentino tutte le forze politiche che voteranno la fiducia al nuovo esecutivo. Dopo giorni di lotte intestine e di bufera istituzionale, alla fine tutto resta com'è. Napolitano al Colle e un probabile governissimo. Una cosa però è certa: Bersani è caduto e il Pd non esiste più.(I.S.)