Facci

Bersani morto. Grillo fa ridere. Lega ko. E Silvio, pur immobile, gode...

Andrea Tempestini

  di Filippo Facci Un mese e mezzo fa ci eravamo chiesti se ci fosse un Pdl: terminata la conta dei voti persi dal 2008 - quasi la metà - pareva infatti che imperasse il nulla perfetto. Ma sbagliavamo. La Biancofiore e la Carfagna hanno detto che per il Quirinale tifavano Bonino e però Brunetta non era d’accordo: un segno incontrovertibile di democrazia interna, di confronto dinamico, di discussione a rotta di collo, altro che partito di plastica. Negli stessi giorni, peraltro, Repubblica notava un’altra clamorosa novità a margine di una riunione del Pdl in via dell’Umiltà: sotto c’era parcheggiata una Ferrari. Ma non basta. È irrotta nel panorama politico la scaturigine imprevista e imprevedibile, la novità squassante e già destinata a cambiare il corso degli eventi: Silvio Berlusconi si candiderà a premier. Non sono neppure previste le elezioni, non ancora: ma di fronte a cotanto mutamento assemblee o congressi o addirittura le primarie sono roba che può aspettare: non c’è tempo. Per fortuna c’è un’altra cosa: tutti gli altri partiti, impegnatissimi in una gara di retromarcia che sta lasciando il Pdl, pur immobile, solo al comando. Monti si è dissolto, mancano persino le prove che sia ancora vivo. Il mandato esplorativo di Bersani si è trasformato in un’autopsia. Grillo è un comico e i suoi parlamentari pure. La Lega stanno diventando due. Morale: perdono tutti consensi tranne il Pdl. Questa è politica.