Parola al rottamatore
Renzi: "Voglio sfidare Berlusconi, non arrestarlo"
"Mi spiace che Bersani cerchi l'insulto e l'accusa per di più tra persone dello stesso partito". Così Matteo Renzi al Tg5 replica alle accuse che sabato gli ha rivolto, pur senza mai nominarlo direttamente, il segretario del suo stesso partito. La guerra tra i due prosegue, e l'intensità dello scontro raggiunge nuove vette. "Io ho soltanto detto insieme a tanti altri, persino la Cgil, che bisogna fare presto - ha ribadito Renzi -. Mi spiace che il destino personale di Bersani sia più importante". Già, perché Renzi afferma che il segretario del Pd mette i suoi interessi davanti a quelli del Paese: "Da sindaco - prosegue - dico che bisogna mettere un punto nelle discussioni romane e iniziare a parlare dei problemi della gente. Mi spiace che i destini personali siano talmente più importanti". "Modi da intrallazzini" - Lo scontro è durissimo, furioso. L'intesa che seguì le primarie semplicemente non esiste più: le contrapposizioni, dopo il voto, sono esplose. Renzi ha prima criticato Bersani per l'ostinazione con cui ha inseguito il Movimento 5 Stelle senza cavarne un ragno dal buco. Secondo Renzi, Bersani si è fatto "umiliare" dai grillini. Poi la guerriglia sul Quirinale e sui "papabili" per la presidenza, che secondo il rottamatore sono stati decisi a tavolino dai bersaniani. Nell'intervista al Tg5, Renzi torna anche sulle presunte telefonate per tagliarlo fuori dalle trattative per il Colle: "Di telefonate ne hanno fatte tante, ma chi se ne frega. Quello che mi colpisce è lo stile, l'atteggiamento da intrallazzini di chi dice una cosa in pubblico e un'altra in privato". Su Cav e Quirinale - Quindi si parla di Silvio Berlusconi. "Ho sentito che si ricandida premier", ha detto il rottamatore. Ed ecco la lezione a Bersani e a tutti i manettari, non solo di sinistra: "Mi piacerebbe sfidarlo. Lo vogliono mandare in galera, ma io lo voglio più semplicemente mandare in pensione". Quindi ancora una battuta sulla corsa al Quirinale, da cui Renzi, come detto, è stato tenuto ai margini (non è stato nominato grande elettore per la Toscana). "Il profilo che va bene è quello di nome che coinvolga la maggioranza più alta possibile", premette. Poi fioccano le bocciature: Franco Marini e Anna Finocchiaro, per Renzi, non vanno bene. Il sindaco dice no a Marini in quanto senatore già bocciato dagli elettori in Abruzzo, alle ultime elezioni. Poi l'attacco alla Finocchiaro, ricordando le foto in cui venne ritratta con la scorta all'Ikea: per questo motivo, spiega Renzi, è poco adatta per veicolare un messaggio anticasta.