La scelta di Pier

Bersani dopo il "sì" del Cav: il dramma del segretario

Eliana Giusto

    Ora Bersani è con le spalle al muro. Dopo le parole di Silvio Berlusconi - "siamo favorevoli a un governo di larghe intese con Lega, Pd e Monti. Siamo disponibili a che il Pd avanzi una sua candidatura. Ci va bene la candidatura di Bersani, come ci vanno bene altre possibili candidature" - il segretario del Pd ha solo due possibilità: o accetta l’offerta del centrodestra rinnegando tutta la precedente campagna elettorale basata sull’antiberlusconismo e assumendosi il rischio di una spaccatura del Partito democratico oppure la sua carriere politica potrà definirsi definitivamente conclusa. Bersani non ha vie di fuga.  Se Bersani dovesse cedere alla proposta del Cavaliere di fare un governo di larghe intese insieme anche a Lista Civica e Lega, il Pd si spaccherebbe. Ci sono già i primi segnali. Il capogruppo democratico al Senato Luigi Zanda, per esempio, ha commentato così le parole di Berlusconi: “E’ vero che le riforme costituzionali si debbono fare insieme. Ma mi sembra molto difficile ipotizzare un governo politico sostenuto insieme dal Pd e dal Pdl. Su troppe questioni rilevanti, la politica del Pdl è distante anni luce da quelle del Partito democratico". Ma non accettare, invece, significherebbe per Bersani la morte politica. Il presidente della Repubblica Napolitano, infatti, dopo l'apertura di Silvio Berlusconi a un governo politico potrebbe affidare l'incarico a un altro esponente Pd.