La svolta a Cinque Stelle

M5s: "Via Bersani. Se il Colle fa un altro nome..."

Ignazio Stagno

Il Movimento Cinque Stelle dice no a Pier Luigi Bersani. Ma non ad un altro nome potrebbe anche accordare la fiducia. Ad affermarlo è Vito Crimi, capogruppo al Senato per il M5S. "Se Napolitano fa un altro nome è tutta un'altra storia". Parlando con i cronisti Crimi aggiunge: "Un nome estraneo ai partiti? È bene che il Pd non lo faccia - risponde - altrimenti lo brucia. Non voteremo mai un governo targato Pd anche se guidato da una persona terza". Duqnue il nome dovrebbe farlo Napolitano in persona e non su proposta del Pd. Con i democratici, i Cinque Stelle, non ci vogliono avere nulla a che fare: in poche ore è arrivato il "no" nelle consultazioni trasmesse in diretta streaming e il violento attacco di Beppe Grillo ai "puttanieri" della politica, tra i quali Bersani. Solo il segretario dei democratici non lo vuole capire ed esprime "fiducia" sulla creazione del governo. Ma oltre agli schiaffi dei grillini, a gelare le sua ambizioni, anche il siluro di Angelino Alfano: "Caro Bersani, il tempo è scaduto". Spazio di manovra - La posizione espressa da Crimi apre una piccola breccia nei "no" a raffica dei Cinque Stelle. Bisogna capire quale nome vada bene ai grillini. I "papabili" graditi ai Grillo-boys sono tanti. Da Stefano Rodotà a Gustavo Zagreblesky. Insomma tutti purchè non ci sia una chiara impronta del Pd sul governo. Nei giorni scorsi e durante le consultazioni al Colle sia Crimi che la capogruppo alla camera Roberta Lomabardi avevano chiesto a Re Giorgio un governo a Cinque Stelle, punto e basta. La squadra improbabile -  La "svolta" dei grillini arriva dopo giorni in cui è impazzato il "toto-ministri". Il Pd, infatti, voleva lanciare un'operazione Grasso-Boldrini su larga scala. Al Consiglio dei Ministri dunque, secondo le indiscrezioni dei giorni scorsi, sarebbero potuti arrivare Roberto Saviano, Don Ciotti e pure Milena Gabanelli. Tra i papabili c'è anche Annamaria Cancellieri, tra i ministri preferiti da Grillo. Alla Giustizia si era fatto il nome di Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale. Ora, però, al "giochetto" del toto-ministri si affiancherà quello del toto-premier.