Giorgio 5 stelle
Il supercandidato di Grilloper Palazzo Chigi: Napolitano
Galeotto è stato il "fuorionda": quello in cui Beppe Grillo, subito dopo l'incontro al Quirinale con Giorgio Napolitano nel corso delle consultazioni del capo dello Stato, aveva detto ai fedelissimi Lombardi e Crimi che lo accompagnavano: "Mi è piaciuto molto, dobbiamo chiamarlo... non chiamarlo più morfeo". Un apprezzamento enorme, da parte di uno che per anni, nelle piazze di mezza Italia, è andato avanti a chiamare Napolitano "O guaglione", "Morfeo", "Re Giorgio", sparando a zero sulle spese del Colle e del suo inquilino. Proprio il nome del presidente sarebbe quello che i due capigruppo dei 5 stelle a Camera e Senato potrebbero fare domani a Pier Luigi Bersani nel corso dell'incontro con il segretario Pd, che si annuncia decisivo per le possibilità di nascita di un governo. Napolitano premier. Un nome, quello del capo dello Stato, di fronte al quale Bersani difficilmente potrebbe dire no, facendosi da parte per un ruolo interno al nuovo esecutivo. Un modo per "schiodare" i grillini dal loro reiterato e inamovibile "no" a un governo con il Pd. Curiosamente, quella di un governo a guida Napolitano sarebbe una proposta identica a quella avanzata giusto qualche giorno fa da un autorevole esponente leghista come Roberto Calderoli. E il presidente, in questa fine di mandato, sta riscuotendo un consenso unanime. Di fatto, è lui l'uomo del momento, visto che anche Silvio Berlusconi ha più volte detto in questi ultimi giorni di avere fiducia "totale" nei confronti dell'operato del presidente della Repubblica.