Tabella di marcia

Bersani domani vede i sindacati, da lunedì i partiti

Ignazio Stagno

Le parole di Giorgio Napolitano sono state molto chiare: "Egli mi riferirà sull’esito della verifica compiuta appena possibile”. Insomma Pier Luigi Bersani deve fare presto. Molto presto. Non c'è più tempo per aspettare. Il Paese ha bisogno di un governo. A metà della settimana prossima, molto probabilmente mercoledì, il segretario del Pd salirà al Colle per sciogliere la riserva. Se dimostrerà di avere un “sostegno parlamentare certo”  verrà mandato in aula per un voto di fiducia. Secondo la tabella di marcia immaginata dal Quirinale, il voto potrebbe avvenire nella settimana dopo Pasqua: prima alla Camera e dopo al Senato. Il segretario del Pd comincerà  la sua via crucis tra forze sociali e partiti. Ma a quanto pare la precedenza l'avranno proprio i sindacati. Arriva la Cgil - Sabato pomeriggio Bersani avvierà le sue consultazioni nella sala del Cavaliere di Montecitorio proprio con le parti sociali. Nell'attigua sala Aldo Moro si terranno le dichiarazioni alla stampa. Sarà una settimana di passione e di scelte dure. Bersani punta a proporre riforme istituzionali per conquistare un consenso largo in Parlamento. Consulatare le parti sociali, tra cui anche la Cgil significa anche accettare un'agenda che porta la firma della Camusso. Bersani e gli alleati vendoliani non voglionoi arrivare al punto di dover accettare i sì del Pdl al Senato. Per farlo serve un gico di prestigio. I senatori del Pdl dovrebbero uscire dall'aula al momento del voto e i grillini in aula devono astenersi. Il numero legale a quel punto è di 160 senatori. In questo modo è possibile ottenere un numero di sì maggiore della somma dei no e delle astensioni. Calcolo impossibile. Al Nazareno lo ritengono a portata di mano. Ma nessuno vuole dire che la paura di una figuraccia è l'ombra di Bersani.