Il professore a Bruxelles
Ue, Monti: "L'Europa non faccia vincere i populismi"
"Bisogna evitare che i populismi facciano deragliare le politiche europee". Un Mario Monti sempre più solo e disperato si aggrappa agli unici che lo ascoltano, i papaveri europei. Il premier, ormai prossimo a lasciare Palazzo Chigi e reduce dalla batosta elettorale, ha proseguito il suo tour all'estero alla ricerca di sponsoro e dopo aver visto il presidente della Commissione europea Josè Barroso, giovedì mattina è intervenutp all'European Competition Forum sempre a Bruxelles. "Ci deve essere - ha detto il professore - una strategia di accompagnamento, non di accomodamento, che deve essere perseguita a livello europeo, a meno che non vogliamo permettere che, comprensibilmente, forze più semplicistiche, alcuni direbbero populistiche, ma non voglio dare nessun giudizio, tendano a far deragliare le politiche europee". Il riferimento, ovvio, è al Pdl e soprattutto il Movimento 5 Stelle, le due forze che, di fatto, lo hanno relegato ad un ruolo marginale in Parlamento. Monti contro la Francia - Il mirino di Monti, però, è puntato non solo su Berlusconi e Grillo, ma pure sul presidente francese François Hollande. "La credibilità delle politiche di riduzione del deficit che l’Italia ha perseguito negli ultimi mesi - ha ammonito il premier - può soffrire, se altri Paesi, in considerazione di difficoltà molto rispettabili, chiedono rinvii e li ottengono". Rinvio già ottenuto da Spagna, Grecia e Portogallo, ma che anche la Francia potrebbe incassare vista l'impossibilità di portare il deficit sotto il 3% del Pil entro il 2013. "E necessario contribuire alla credibilità delle politiche europee senza venir meno alle proprie responsabilità", ha spiegato Monti, chiarendo poi la posizione dell'Italia. "Niente rinvio del pareggio di bilancio" - Il governo italiano, o almeno quello uscente, non ha dunque intenzione di seguire l'esempio francse: "Non abbiamo considerato l’ipotesi di chiedere il rinvio di un anno" del pareggio di bilancio strutturale. E pazienza se troppo rigore, come sostiene ora anche il commissario agli Affari economici dell'Ue Olli Rehn, può uccidere la crescita. Ma Monti tira dritto: "Quando sono arrivato al potere - ha ricordato a Bruxelles - il mio predecessore (Berlusconi, ndr) aveva appena concordato con l'Ue e con la Bce di anticipare al 2013 il pareggio di bilancio strutturale per sostenere la credibilità dei suoi impegni politici". "E io, nonostante le condizioni molto dure, non ho considerato di chiedere di tornare al 2014". Anche per questo, l'Italia non deve avere fretta: "Abbiamo fatto progressi significativi per accrescere la concorrenza in vari settori, ma sappiamo che ci vuole tempo prima che le riforme producano risultati". Un tempo che gli elettori italiani, stremati dalle tasse, non gli hanno concesso.