Piccole cortesie tra amici

Lega Nord e Movimento 5 Stelle, prove (clamorose) d'intesa alle elezioni: dove corrono "insieme"

Giulio Bucchi

Ci sono città, in Italia, in cui Movimento 5 Stelle e Lega Nord vanno alle elezioni insieme, da alleati. Tu chiamali, se vuoi, esperimenti. Dopo la morte di Gianroberto Casaleggio Bisignani profetizzava la "fine dell'asse grillini-leghisti", ma proprio al funerale del guru del web a 5 Stelle Umberto Bossi ricordava le "molte affinità" tra i due movimenti più "popolari" nel senso stretto della politica italiana.  Milano, Roma, Referendum - In alcuni casi, più che di alleanze, si dovrebbe parlare di "desistenza". Lo nota Ettore Maria Colombo sul Giorno, citando gli esempi di Milano (dove il grillino Corrado appare in disparte, forse aspettando di convogliare voti al ballottaggio per il candidato di centrodestra Parisi) e di Roma (dove Matteo Salvini ha più volte sostenuto di apprezzare la 5 Stelle Virginia Raggi). E se sul fronte referendum trivelle l'alleanza è chiara e netta (si vota sì, magari per far cadere Renzi), è soprattutto in Romagna che si registrano i movimenti più interessanti.  I tre casi romagnoli - A Ravenna l'M5S non si presenterà alle Comunali a causa di dissidi interni. Ci sarà una lista civica a sostegno dell'imprenditrice Michela Guerra, che al ballottaggio sosterrà il leghista Massimiliano Alberghini contro il dem Michele De Pascale. Anche a Rimini alla fine non si presenterà l'M5S, diviso tra la ex moglie di Grillo Sonia Toni e Davide Grassi, sostenuto dallo staff di Casaleggio. E alla fine i voti grillini probabilmente andranno a Marzio Pecci, candidato del centrodestra a trazione leghista. Ma è Cesenatico, sottolinea Il Giorno, il vero caso di scuola con i leghisti che al ballottaggio, se non ci arriverà il loro Roberto Buda, sindaco uscente, si schiereranno compatti per il giovane grillino Alberto Papparini. Addirittura c'è chi parla di una Lega prona a sfiduciare in corsa Buda e appoggiare un altro candidato, Enrico Dall'Olio, ma sempre per favorire Papparini. Fantapolitica, piccole cortesie o prove generali per un nuovo fronte anti-Renzi?