L'intervista
Parla il super avvocato di Silvio: "Come finirà tra Renzi e i pm"
Niccolò Ghedini è da oltre un ventennio accanto al Cavaliere. Nei momenti più difficili, quando l' ex premier era in Tribunale, sputtanato sui giornali, condannato, lui era lì. «Gli sono grato, è una persona straordinaria, piacevolissimo, connotato da grande umanità e da una fortissima simpatia». Oggi lavora - tanto, a giudicare dalla dichiarazione dei redditi - come avvocato, è un senatore di Forza Italia ed osserva «sgomento» che la «giustizia politica» non è finita con la decadenza di Silvio Berlusconi. «Matteo Renzi però non sarà trattato così, con le persecuzioni giudiziarie e tutto il resto, perchè non ce ne sarà bisogno: a cacciarlo ci penseranno gli elettori», dice, mettendo da parte per un secondo il linguaggio - marchio di fabbrica - da avvocato. I pm sono entrati a Palazzo Chigi per interrogare Maria Elena Boschi: che effetto le ha fatto questa notizia? «La magistratura a Palazzo Chigi non è mai un bello spettacolo per le istituzioni. Non conoscendo gli atti, non è possibile avere una opinione seria. Certo sarebbe gravissimo se oggetto dell' interrogatorio del ministro fossero state le sue scelte e valutazioni di natura politica su un emendamento. Spero non sia così». Renzi, premier e segretario Pd, attacca i magistrati, rivendica il dovere della politica di prendere decisioni. È un folle o ha ragione lui? «Del presidente Renzi non condivido certo la linea politica, ma in questa occasione ha usato toni e modi consoni alla situazione e al suo ruolo». Bella forza: lei attacca i magistrati da quel dì... «Non attacco la magistratura nel suo complesso: sottolineo sempre solo casi specifici. Certa parte della magistratura che viviseziona quotidianamente i comportamenti anche leciti della politica non sopporta il benché minimo accenno critico. Purtroppo la politica da oltre 20 anni non ha avuto la forza di portare a termine una vera riforma della giustizia che tuteli sia l' indipendenza della magistratura sia quella della politica, evitando reciproche e nefaste interferenze». Renzi può riuscire dove voi avete fallito e scrivere quella riforma? «Il presidente Renzi non ha le capacità per farlo e lo ha dimostrato con plurimi provvedimenti che hanno reso ancor più farraginoso il sistema processuale e ridotto drasticamente le garanzie dei cittadini». Banca Etruria e Tempa Rossa possono modificare l' atteggiamento della sinistra rispetto al dogma dell' infallibilità dei pm? «Non credo. In realtà la sinistra non ritiene affatto che la magistratura sia infallibile, è sufficiente sentire cosa dicono i parlamentari nei colloqui privati. La sinistra ha spesso usato la magistratura per la lotta politica». Ogni riferimento al Cavaliere e alla sua decadenza non è casuale, no? «Le vicende di Berlusconi sono emblematiche. Degli oltre 60 processi che ha subito e per i quali, tranne uno, che spero presto troverà giustizia in sede europea, è stato sempre prosciolto o assolto, tutti sono stati utilizzati per aggredirlo, distruggerlo e condizionarlo». E infatti oggi appare un po' ammaccato. «Solo una persona straordinaria come Berlusconi, forte della sua innocenza, poteva resistere. Basti ricordare fra i molti il caso Ruby da cui è stato ampiamente assolto, ma che ha causato un disastro mediatico anche a livello internazionale, facendo passare cene fra amici come eventi antigiuridici, con una gravissima intromissione nella vita privata...». Sta per cominciare il "Ruby 3". Sembra la saga di "Rocky". «Dopo un calvario di anni si dovrà affrontare l' ennesimo processo basato sul nulla perché il presidente, con la consueta generosità, ha continuato ad aiutare alcuni fra i partecipanti, che, proprio a causa delle indagini, non riescono più ad avere lavoro e vita normale». Esiste ancora oggi quell' "uso politico" della giustizia di cui parlava Berlusconi? «L' avviso di garanzia a Napoli nel '94 fece cadere il governo e solo nel 2001 arrivò l' assoluzione. Il processo Sme-Ariosto che ci ha tormentato per 10 anni, causando la sconfitta del '96, finì in assoluzione. Quale definizione dovremmo dare?». Processi. «Vi è la politica che utilizza i processi per distruggere l' avversario e qualche magistrato che non riesce a scindere le sue idee politiche dall' applicazione della norma: questo è gravissimo, perché loro hanno il potere di rovinare l' immagine e la vita di chiunque. Infine ci sono pm che hanno utilizzato la notorietà per costruirsi una carriera politica. Sono casi sporadici, va detto: abbiamo in genere una ottima magistratura, competente ed equilibrata». Il centrodestra poteva approvare la riforma della giustizia a suo tempo. Giura che se la fa oggi il Pd, lei, da senatore, gliela vota? «Il centrodestra nonostante gli sforzi di molti, me compreso, non ha mai trovato quell' unità necessaria per una riforma complessiva. Non credo che il governo Renzi abbia né le capacità né la volontà. Sono più preoccupati dei titoli dei giornali che dei diritti delle vittime e degli indagati. Se dovessero presentare una riforma come quella da noi auspicata la voterei. Ma non accadrà». Il governo starebbe lavorando ad una norma per regolamentare le intercettazioni ed evitare eccessi e violazioni. Le ricorda qualcosa? «Le intercettazioni sono un indispensabile strumento di indagine ma se ne è fatto un uso eccessivo. Il problema non è tanto l' intercettazione in sé, bensì la propalazione di tutte quelle che sono processualmente inutili sui giornali». Se un giornalista trova notizie, ha il dovere di pubblicarle, non crede? «È comprensibile che i giornalisti facciano il loro lavoro una volta che ne sono entrati in possesso. Si dovrebbe evitare che finiscano sui giornali cose irrilevanti rispetto al reato, ma dannosissime per le persone. Quelle lette in questi giorni sono intercettazioni penalmente irrilevanti e quelle riguardanti Federica Guidi forse pure inutilizzabili, eppure...». Quando arriverà il pronunciamento della Corte dei diritti dell' Uomo sul ricorso del Cavaliere? Se sarà favorevole, lei pensa che Berlusconi si candiderà? «Spero quanto prima. Abbiamo presentato l' istanza a settembre 2013 e sarebbe auspicabile che la procedura iniziasse. Mi rendo conto che la Corte è oberata, ma spero si comprenda che la questione non riguarda solo il singolo cittadino, ma ha consenguenze sul presidente di un grande movimento politico a cui è inibito candidarsi. È una questione che può incidere sul destino politico di un Paese. Poi sarà Berlusconi a decidere: come amico vorrei lavorasse meno e avesse più cura per sè, ma da cittadino non posso che augurarmi un rinnovato impegno». Non teme che Renzi possa fare la stessa "fine" del suo predecessore, plurindagato e, dopo anni e forzature, condannato? «Come dicevo, Berlusconi è stato martirizzato da una infinità di processi tanto assurdi quanto inconsistenti. Mi sembra che, fortunatamente, la magistratura non si stia interessando di Renzi in egual maniera». Ah. Niente "occhio per occhio", allora? «Tra il presidente Berlusconi e il presidente Renzi vi è una differenza sostanziale. Per tentare di eliminare il primo dalla vita politica si è utilizzata la via giudiziaria, mentre per il secondo non ce ne sarà bisogno: sarà l' elettorato a non riconfermarlo in un ruolo che ha ottenuto grazie a situazioni eccezionali e senza voto popolare». Ci hanno imbastito un processo sul complotto internazionale e l' imbroglio dello spread. Si riferisce a quello? «Se non fosse per comportamenti politicamente indecenti che hanno tolto valenza al legittimo voto popolare, come emerge da moltissime risultanze inequivoche, oggi Berlusconi ricoprirebbe ancora ruoli istituzionali e l' Italia sarebbe meglio. Nel 2011, quando lui era a Palazzo Chigi, il Paese non era ridotto come oggi». Lei é uno dei più silenziosi e fidati collaboratori dell' ex premier; come sta lui ora? «Sono grato al presidente di avermi consentito di collaborare con lui così a lungo. È persona dotata di straordinarie capacità politiche e imprenditoriali, piacevolissimo, connotato da grande umanità e da una fortissima carica di simpatia. Non riesco a capacitarmi degli atteggiamenti di alcuni che con lui hanno collaborato e ottenuto privilegi, che nel momento più difficile della sua vita politica lo hanno abbandonato». L' elenco degli addii è lungo: Denis Verdini, Raffaele Fitto, Angelino Alfano... «Al di là delle comprensibili amarezze, il presidente sta comunque benissimo perché ha la consapevolezza di aver sempre tenuto comportamenti impeccabili e coerenti. Si ricordi che Berlusconi, a differenza di tanti che hanno lucrato sulla cosa pubblica, ha sempre pagato tutto personalmente e senza mai mettere le mani nelle tasche degli italiani». E' vero che la stagione politica del Cavaliere si avvia alla conclusione? «Già nel 1994 c' era chi sosteneva fosse finito politicamente. Ha dimostrato il contrario. Anche stavolta saranno tutti sorpresi dalle capacità di rinnovamento che metterà in campo». I Cinquestelle, giustizialisti per eccellenza, rischiano di vincere Amministrative e Politiche. Le fanno paura? «Il Movimento 5 Stelle vive sulla protesta, ma per governare non basta criticare. In tutte le città governate da loro hanno dimostrato una totale incapacità gestionale». Antonio Di Pietro oggi alterna all' attività di contadino quella di avvocato. Come lo giudica da collega? «Io non mi permetto di dare giudizi sui colleghi. Nel rapporto personale è piacevole, ma non ho mai condiviso come ha interpretato il suo ruolo di magistrato nè il suo passaggio alla politica. Più che il mio giudizio, conta quello dell' elettorato che ne ha decretato la fine così come è accaduto per moltissimi avversari di Berlusconi. Sia quelli di sinistra sia quelli che nel centrodestra pensavano di sostituirlo sono stati prepensionati. Accadrà ancora in un futuro prossimo, un futuro quindi migliore per l' Italia». Paolo Emilio Russo