La quasi-regina di Roma

La Raggi: "Che cosa vi farò pagare". Grillina kamikaze, la sua promessa

Andrea Tempestini

"Ho un'anima da crocerossina". Parla Virginia Raggi, la candidata M5s a sindaco di Roma. La donna che secondo molti si prenderà il Campidoglio. Si confessa in un'intervista a Vanity Fair, nella quale dipinge un'immagine di se stessa quasi celestiale. "Volevo salvare il mondo - spiega -, vedevo i poveri per strada e li volevo salvare, vedevo i cani per strada e li volevo salvare". Dunque rivela che "nella vita non avrei mai pensato di arrivare qui". Eppure "è capitato e mi è piaciuto molto, poi è caduto Marino e abbiamo iniziato a ragionare sul dopo. Oggi - annuncia - sono pronta, quando abbiamo iniziato forse eravamo tutti più ingenui, adesso è come se fossimo dall'altra parte dello specchio, abbiamo visto cosa accade davvero, siamo molto più determinati. L'obiettivo è reale, concreto, lo tocchiamo con mano: migliorare Roma, che è la nostra città". Quando le chiedono se è spaventata dalla competizione elettorale, risponde: "Spesso ci penso e mi chiedo perché dovrei aver paura". Paura di fare il sindaco, forse, perché secondo i sondaggi è lei la grande favorita. Per trionfare potrebbe chiamare Beppe Grillo per la chiusura della campagna elettorale: "Perché no". Eppure, sul dopo, sul suo governo, mette già in chiaro che non vuole interferenze: "Non credo che il vertice del M5s peserà più di tanto sulla gestione della città", afferma. Una frase, quest'ultima, che pare quasi un monito a Casaleggio & C: se vinco, faccio di testa mia. E ancora, Virginia annuncia che in giunta non ci saranno parlamentari: "Se qualcuno è chiamato a fare il parlamentare deve svolgere quel ruolo", taglia corto. Dunque qualche pillola sul programma. Quando le chiedono dove prenderà i soldi, ribadisce: "Se tagliamo gli sprechi, consulenze e appalti nelle aziende recuperiamo risorse. Se in Atac recuperiamo l'evasione di chi non paga il biglietto recuperiamo soldi". E proprio sul trasporto pubblico la Raggi rivela uno dei progetti più particolari: "Bisogna far salire i passeggeri sul bus davanti e far pagare al conducente. Come farò a convincere dipendenti e sindacati a far fare questo agli autisti? Pensò che ci riuscirò, se sono ben coinvolti. Lo scopo è comune: far funzionare l'azienda". I romani sono avvisati: la Raggi vuole far pagare il biglietto, a tutti.