Dopo l'espulsione
L'intervista all'ex M5s Rosa Capuozzo: "Grillo al delirio. Sono io che caccio lui"
Darebbe la mano a Verdini? «Scusi?» Iniziamo l’intervista con un test. Valutiamo quanto è grillina dentro. Dicevamo: stringerebbe la mano a Verdini? «Mah, allora… Ho rispetto dei ruoli istituzionali e le critiche non devono mai riguardare le persone in quanto tali. In più, non mi piace la politica urlata». Eee?? Grillo è quello del vaffa! «Non tutti sono così! Nel Movimento ci sono persone che lavorano seriamente e si impegnano per risolvere i problemi del territorio. Io ho cominciato a Quarto - ormai quattro anni fa - cercando soluzioni, insieme agli altri attivisti del gruppo e siamo riusciti a far avere l’8 per mille a una scuola e poi…». No no alt. Continuiamo il test. Che pensa del famigerato gruppo Bilderberg? «Ma che c’entra… È un gruppo di poteri forti che ci stanno stritolando. Guardi che quello che ci contraddistingue è il lavoro di critica alla politica nazionale, ma non urlata. Non mi piacciono neanche i titoli forti e aggressivi». Ce l’ha con il blog di Grillo? «No, parlo in generale». Lei è sorprendente! «Mi stanno dicendo “ora passa col Pd”, “ora passa con FI”…». Lo farà? «Macché, non hanno capito nulla. Qui non facciamo politica nazionale e…». Aspetti! Prima ci dica qualcosa sulle scie chimiche! «Nooo, certe cose sono inaccettabili! Macché scie chimiche!». E l’esistenza delle sirene? I chip sottopelle? «Uscite al limite del ridicolo». Scusi, ma prima del M5S lei cosa votava? «Mmm, che domanda… Rifondazione». Allora è vero che i grillini sono di sinistra! «Ma no, il gruppo è eterogeneo, in quattro anni ho incontrato di tutto. La base comune è la volontà di risolvere i problemi». Rosa Capuozzo, classe 1970, avvocato, moglie, madre di due figli di 16 e 6 anni, ormai ex esponente dei 5 Stelle: a maggio è diventata sindaco di Quarto, Napoli, col 70%. Poi è spuntata una storiaccia di clan, un’indagine della Dda, il consigliere più votato che viene espulso, una rissa che tracima a livello nazionale. Lei non è indagata ma - le ha detto il Movimento - doveva denunciare le pressioni. Grillo le ha intimato di lasciare l’incarico e poi l’ha cacciata. Lei prima ha rifiutato, poi ha annunciato le dimissioni, quindi ha fatto dietrofront: resto! Perché ha cambiato idea? «C’è stato molto clamore ed ero emotivamente colpita, soprattutto dopo che alcuni consiglieri avevano annunciato le dimissioni. Per me era un tradimento! Alla fine ho chiesto alla squadra cosa fare, e loro mi hanno risposto di restare compatti pur senza il simbolo del Movimento». Non crede di essere stata eletta solo perché candidata di Grillo? O pensa che i cittadini abbiano scelto Rosa Capuozzo e basta? «Entrambe le cose, in queste zone hanno votato in massa lista civiche». Una delle civiche di Quarto è riconducibile a Forza Italia e ora la sosterrà: è imbarazzata? «Senza l’appoggio di gran parte dell’opposizione non sarei andata avanti». Ha pesato solo quello? «No, i cittadini mi hanno sostenuto ed è stato bellissimo. Poi quasi tutti i miei consiglieri si sono resi disponibili a continuare la consiliatura che non so quanto durerà. Vogliamo risolvere dei problemi». Perché non sa quanto durerà? «Ho cominciato con 16 consiglieri e il 70% dei voti, di certo non pensavo mi sarei ritrovata in questa situazione dopo appena 7 mesi. Ora abbiamo concordato dei punti programmatici da realizzare, ecco perché la consiliatura potrebbe essere breve». Non ha più sentito Grillo e Casaleggio? «Casaleggio non l’ho mai sentito, Grillo mi ha chiamata per dirmi che dovevo dimettermi». E lei? «Dico che questi problemi sono lontani dai vertici, non si rendono conto. E poi va detta una cosa». Siamo qui per questo. «È inaccettabile che Grillo o il direttorio decidano i destini di un sindaco. Solo i cittadini possono far dimettere un sindaco. Poi non ho capito cosa sia successo: prima mi hanno difesa con 8 punti, poi è scoppiata la guerra mediatica tra Pd e M5S e hanno abbandonato Quarto». Cioè? «Cioè mi hanno abbandonata! Ma in effetti mi hanno sempre lasciata sola e subito me ne ero lamentata». Cosa significa “mi hanno lasciata sola”? «Significa che c’è bisogno di una struttura forte, perché il sindaco ha bisogno di aiuto». Ma per Grillo, uno vale uno. Aveva i consiglieri, gli iscritti, gli assessori. Non bastavano? «Nooo!». E cosa pensa del principio “uno vale uno”? È d’accordo? «Quando ci si prende una responsabilità, no! Ne ho parlato al meetup: posso ricevere suggerimenti ma nessuno può pensare di condizionarmi e decidere qualcosa che non mi convince. Poi sono io, da sindaco, che ho la responsabilità degli atti che firmo». In effetti… Però guardi che questa cosa dell’uno vale uno, il M5S l’ha sempre detta. «Quando si governa si dovrebbe accettare che non è applicabile. Io, da avvocato, appena diventata sindaco mi sono messa a studiare. Il mio ruolo è diverso dagli altri. Anche gli assessori, per esempio, hanno un ruolo esecutivo. I consiglieri hanno un ruolo politico in quanto eletti dal popolo. Non siamo uguali!». Qualcuno, tra i consiglieri comunali, l’ha dipinta come un sergente di ferro. «È stata la mia fortuna, anche le intercettazioni dimostrano quanto fosse difficile condizionarmi. Eppure il Movimento mi ha buttato fuori, non so ancora perché». Perché lei ha subìto pressioni e non le ha denunciate. «Ho subìto pressioni politiche e già a luglio l’avevo detto a Fico che si occupa dei territori! Purtroppo, ho capito cosa c’era dietro certe pressioni solo alla fine, ascoltando le intercettazioni quando è esploso lo scandalo. Solo allora ho avuto il quadro completo della situazione. Non potevo immaginare…». Il consigliere espulso dal Movimento, De Robbio, è accusato di rapporti con i clan. «La sua prima battaglia era per dare lo stadio ai privati e mi proponeva di fare degli incontri, ma ho sempre difeso il mio ruolo di sindaco. Chi voleva vedermi, depositava richiesta ufficiale come tutti». Immaginava che dietro i privati ci potessero essere i clan? «No!». È vero che ha avuto paura di essere addirittura malmenata da De Robbio? «Noo, quella è un’altra questione. Durante una riunione, eravamo in 16, De Robbio mi aveva accusata d’essere autoritaria e riuscì a ottenere l’appoggio dei consiglieri che si fidavano delle sue argomentazioni in buona fede. Io restavo risoluta e lui era diventato aggressivo». E di cosa parlavate? «Dello staff del sindaco. Lui esasperò i toni, ma finì lì». Lei è stata minacciata o no? «No, anche le altre volte De Robbio utilizzò toni gentili e si diceva preoccupato per me. Sosteneva che un possibile abuso edilizio su una casa di mia proprietà potesse creare problemi. Ricordo che in tutta questa faccenda, io sono parte lesa e non sono indagata». Ora spiega che non è stata minacciata, ma ai pm - il 21 e 22 dicembre - disse il contrario. «Come le ho già detto, quelle che all’epoca non avevano le caratteristiche di minacce ma di pressioni politiche, ai miei occhi si sono rivelate ben più gravi dopo aver letto le intercettazioni. L’avessi compreso subito, sarei corsa a fare denuncia!». Lei o la sua famiglia avete una casa abusiva? «Noo! Si tratta di un sottotetto che mio suocero ha realizzato con una Dia. Eventuali abusi non sono di tipo edilizio, ma relativi al cambio di destinazione d’uso: si tratta di capire se il sottotetto è davvero abitabile e se c’è il gas, il bagno eccetera». Sa, a proposito di abusi edilizi, nel M5S è esploso uno scandalo a Bagheria… «La casa del sindaco Patrizio Cinque, stando al servizio che ho visto in tv, parrebbe essere una casa abusiva in un parco monumentale!». Fico l’ha chiamata? «Silenzio». Delusa? «Credo che il M5S dovrebbe fare una bella riflessione se vuole crescere e vincere a Roma, Milano, Napoli…». Be’, chi tradirà Grillo dovrà pagare 150mila euro. «Siamo al delirio!». Addirittura. «Serve una gestione diversa, i sindaci vanno supportati e non mandati al macero come hanno fatto con me. Oltre al direttorio, serve un referente regionale. E la democrazia diretta a cui ci ispiriamo non va schiacciata come è successo nel mio caso: non mi hanno neanche sottoposta al giudizio della Rete prima di buttarmi fuori. E perché hanno contattato la base, per decidere delle adozioni, se poi hanno cambiato idea?». Per badare agli enti locali c’è Fico, no? «È insufficiente una sola persona! E poi un sindaco ha bisogno di essere affiancato da esperti, il M5S dovrebbe pensarci». Alle Politiche voterà M5S? «Adesso credo proprio di no, mi sento orfana». Ha parlato con gli altri sindaci del M5S o con i parlamentari espulsi? «Ci siamo sentiti con Pizzarotti e il sindaco di Gela che ha subìto il mio stesso destino: volevamo organizzare un incontro dei sindaci per scambiarci esperienze». E cos’è successo? «Di Maio ha detto no». Cioè? «Cioè volevamo vederci il 12 dicembre scorso, ma Di Maio ha detto che non eravamo autorizzati». Puzzavate di ribellione. «Non possono decidere la linea politica senza un coordinamento. Per esempio, come si può annunciare il taglio della Tari senza chiedere ai sindaci se è sostenibile? Poi mi trovo i cittadini in ufficio che mi dicono che hanno sentito la promessa di Di Battista in tv, e mi tocca spiegare che siamo stritolati dal patto di stabilità e non posso tagliare la Tari». Quello che dice il blog, è legge. Lo sapevate… «Se tagliassi la Tari senza coperture, dopo 15 giorni dovrei rispondere di danno erariale». Si fida del blog o teme che quando viene contattata la base i dati vengano manipolati? «La situazione è complessa, non ho certezze. Ma forse il fatto che non abbiano interpellato la base per il mio caso significa che i dati non si possono alterare». Se si votasse domani mattina, a Quarto pensa di vincere? «Sì, vincerei ancora! Grillo prenderebbe 10 voti. Facciamo 15». Ma chi gliel’ha fatto fare? «Candidarmi è stata una scelta forte, mi sono presa una bella responsabilità. Ma Quarto non può sopportare l’ennesimo commissariamento. In più dobbiamo concludere il nostro programma: l’illuminazione, la tensostruttura da sistemare,...». Conosce la famiglia Cesarano, considerata in odore di clan? «No». Non pensava che la camorra fosse così vicina? «No! L’ho appreso dalle indagini». E come si percepisce la camorra a Quarto? «Sono rimasta impressionata dalle intercettazioni, dove gente che neanche conosco diceva “a quella togliamo la sedia” e cose così. Non pensavo fosse così vicina». intervista di Matteo Pandini