Lo scenario
Renzi "assume" Marchionne: cosa vuol fargli fare
Matteo Renzi (che è stato testimonial della Ferrari al debutto in Borsa) ha scelto proprio Sergio Marchionne come testimonial per il salvataggio dell'Ilva di Taranto. L'ultimo decreto salva Ilva risale a un anno fa: era il primo provvedimento del 2015 e il presidente del consiglio dichiarò "l' Italia riparte da Taranto". Le cose non sono andate come previsto perché l'Europa ha aperto una proceduta di infrazione per gli aiuti di Stato. L'ultima speranza - come scrive il Fatto Quotidiano - è una cordata che salvi l'azienda. Il futuro dell'azienda pare legato Il piano - E così una cordata che rilevi l' azienda appare l' ultima speranza per evitare il tracollo o la cessione a un gruppo straniero che, in un settore con un eccesso di capacità produttiva, potrebbe mettere a rischio i posti di lavoro italiani. Il futuro dell' Ilva - continua il quotidiano - sembra così legato alla nascita di una newco con un azionariato composito che affitti l' azienda. Non ci sarebbe nessuna prospettiva di vendita al momento. La possibilità a cui si pensa è che il capitale di circa 500 milioni per l'operazione sarebbe recuperato in questo modo: "fino a 200 milioni li verserebbe la Cassa depositi e prestiti, altri 70 milioni euro le banche creditrici cioè Intesa Sanpaolo e Unicredit più grandi fornitori come l' Eni o la Techint di Gianfelice Rocca. Anche alcuni clienti dell' Ilva, come la Fiat, potrebbero entrare in gioco". Marchionne servirebbe a Renzi soprattutto come immagine per convincere i signori dell'acciaio. "Come si potrebbe dire di no a un progetto supportato dall' unico vero padrone vero rimasto in Italia, cioè Marchionne?", è la domanda che fa il Fatto.