L'indiscrezione

Congresso Ppe, Silvio Berlusconi dalla Merkel con un obiettivo: fare pressioni per il ricorso sulla incandidabilità a Strasburgo

Giulio Bucchi

A  Madrid Silvio Berlusconi ha ignorato platealmente sia Nicolas Sarkoxy sia Angelino Alfano. C'erano anche loro al congresso del Ppe, ma le attenzioni del Cavaliere erano tutte per Angela Merkel. L'obiettivo era chiarire una volta per tutte la famosa frase della "culona inchiavabile": "Non l'ho mai detta", ha ribadito il leader di Forza Italia alla cancelliera tedesca. "Roba vecchia", ha replicato la Merkel.  In realtà, secondo la Stampa, il colloquio di 10 minuti tra i vecchi "nemici" avrebbe avuto per Berlusconi un altro fine: ricucire i rapporti con i Popolari europei, che governano nell'Unione ma che con Forza Italia dal 2011 (l'anno del "golpe") a oggi hanno sempre avuto rapporti piuttosto burrascosi. Verificata la difficoltà di trovare un'intesa su che rapporti tenere con Vladimir Putin (l'amico Silvio ha provato a intercedere e ricucire, ma la Merkel è stata perentoria: "Mosca deve essere più ragionevole su molte questioni"), è partito l'assalto sulla questione della candidabilità. Berlusconi vuole far sì che gli alleati popolari sollecitino la Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo ad accogliere il suo ricorso contro l'applicazione retroattiva della legge Severino che lo ha fatto fuori dalla politica attiva italiana, dopo la condanna per frode fiscale. Messaggio chiaro e tondo spedito al segretario e capogruppo a Strasburgo Joseph Daul, Antonio Lopez e Manfred Weber: non si può congelare il massimo leader dei Popolari europei in Italia, lasciando di fatto via libera a Renzi e Grillo.