Lo scontro
Flavio Tosi: "Salvini è un arruffapopoli", è "tutta demagogia alla Grillo" e "cambia la felpa in base alla circostanza"
Matteo Salvini è uno “spaccamontagna”, un "arruffapopolo" che “manca di parola” e “non combina nulla”. Con l’avvicinarsi delle regionali lo scontro fra il segretario della Lega e Flavio Tosi continua, alimentato questa volta da un’intervista che il sindaco di Verona ha rilasciato a La Repubblica. Principale oggetto della discussione è l’atteggiamento di Salvini, accusato di provocare volontariamente le tensioni e di trarre vantaggio mediatico dagli scontri che si sono verificati ai suoi comizi di questi ultimi giorni. “Che c'è un atteggiamento antidemocratico da parte di chi cerca lo scontro con lui mi pare evidente – ha ammesso Tosi - dopodiché Salvini sta alimentando le tensioni sociali facendo lo spaccamontagna”. Non ti curar di lor, ma… - Il candidato alla Regione Veneto accusa poi il leader leghista di incoerenza, di passare da indipendentista a nazionalista nel giro di qualche giorno: “Quando viene qui da noi fa l'indipendentista veneto, poi va in Sicilia e parla di unità nazionale. È tutto slogan e demagogia alla Grillo, con il risultato finale che non ne combina una”. Per questo motivo l’atteggiamento giusto sarebbe quello “di ignorarlo. Poi è anche vero che qualcuno giustifica la propria esistenza attaccando Salvini. Anzi, se la giustificano a vicenda, gli uni e gli altri”. Un passato controverso – D’altronde per Tosi basta guardare ai trascorsi del Matteo padano per capire la sua vera identità: “È quella che conviene nel tempo e nel luogo in cui si trova, lui cambia la felpa in base alla circostanza, preferisce la demagogia. È il miglior alleato di Renzi, averne di opposizione così, vinci per tutta la vita. Sostiene cause improbabili e impraticabili, dall'uscita dall'euro alla flat tax”. Contro Zaia – Un altro scontro c’era stato qualche giorno fa, il 13 maggio, quando Tosi aveva attaccato duramente Luca Zaia, attuale presidente della regione Veneto e suo diretto concorrente alle regionali. Uscito dalla Lega infatti, Tosi ha fondato la coalizione centrista Area Popolare Veneto con Tosi (Ncd-Udc), contrapponendosi ai suoi vecchi compagni di partito. “Quando, il 10 luglio 2014, Zaia ha avuto l’occasione concreta di fare qualcosa per evitare che il Governo inviasse i profughi anche in Veneto – ha attaccato il sindaco di Verona - ha, come d’abitudine, accettato, senza prendere posizione contraria e girando gli occhi da un’altra parte. L’unica distinzione proposta dal Veneto, rispetto alla proposta governativa, è stata quella di sostituire la parola ‘profughi’ con la parola ‘migranti’: una Regione parolaia”.