Nuove alleanze

L'alleanza tra Denis Verdini e Raffaele Fitto per annullare Forza Italia in Parlamento

Giovanni Ruggiero

Silvio Berlusconi ha fatto capire a più riprese di voler lavorare a un soggetto politico nuovo che rimetta insieme tutti i pezzi del centrodestra. E una certa riunificazione sta già avvenendo, in qualche modo per "merito" suo. Sono stati avvistati, appartanti al tavolo di un ristorante a Roma, il senatore toscano Denis Verdini e l'europarlamentare pugliese Raffaele Fitto. I due dissidenti, sempre più esterni a Forza Italia, sono impegnati a fare fronte comune per il comune nemico: Silvio Berlusconi, il cerchio magico, la gestione del partito nelle mani dei soliti noti... Insieme metterebbero insieme una cinquantina di parlamentari, un gruppo abbastanza nutrito per poter essere determinanti in vista dei prossimi voti "pesanti" in Aula, vedi la riforma del Senato. Scricchiolii - Le prime mosse di questa nuova alleanza sembravano andare lisce, finché non sono emerse le prime inevitabili divergenze. Secondo il retroscena raccontato da Repubblica, da una parte Fitto ha rinfacciato a Verdini che: "Il suo patto del Nazareno è rimasto su un binario morto"; dall'altro Verdini ha voluto riportare il "ricostruttore" con i piedi per terra: "Questo tuo progetto di fare il Cameron italiano mi pare un tantino velleitario". Divergenze che si fanno spaccature quando si passa a parlare della riforma costituzionale, per Verdini da votare per coerenza, visto che: "noi l'abbiamo scritta e sarebbe incoerente tirarci indietro al traguardo, questo lo fa Brunetta". Per Fitto invece: "Così com'è non la voto", anche se si dimostra disponibile a trattare con Renzi su dei correttivi: "e sulla base di quelli contribuire all'approvazione in maniera determinante". Futuro incerto - Tra Verdini e Fitto la distanza c'è, ma potrebbe non essere incolmabile. L'avvicinamento potrebbe arrivare già sul primo obiettivo, cioè lasciare i parlamentari fedeli a Berlusconi arroccati sull'Aventino, senza un vero peso politico. In Transatlantico si danno per certi 25 senatori e 25 deputati pronti al nuovo gruppo appulo-toscano. A fronte però di tanti no incassati dagli emissari Saverio Romano e Pietro Laffranco che si sono sentiti più volte chiedere: "Ammesso che veniamo con voi, poi chi ci rielegge?". Giovanni Ruggiero @juan_r