Il vero terzo polo

Grillo boomSuo segreto?Stare lontanodalla tv

Matteo Legnani

Certo, lo scandalo Montepaschi è stato un vero toccasana, un ricostituente. Tanto che nei sondaggi (come quello Swg di 4 giorni fa) il Movimento 5 stelle si è arrampicato fino a quota 18%, lasciandosi dietro il "centrino" del trio Monti-Fini-Casini e piazzandosi saldamente al terzo posto tra i partiti in corsa alle politiche del 24 e 25 febbraio prossimi. E a poche ore dal termine oltre il quale i sondaggi non possono essere più diffusi, nè utilizzati in campagna elettorale, è un bel segnale di fiducia per i sostenitori di Grillo e per gli indecisi che guardano al blogger genovese come all'ammazza-politici. C'è una cosa che distingue Grillo da tutti gli altri candidati premier: lui in tv non ci va, nè ci fa andare i suoi (pena epurazioni). In un periodo in cui non passa sera in cui non ci siano due, tre, quattro leader sparsi sui vari canali e alle ore più disparate o concentrati in un solo studio come accade talvolta da Santoro, non farsi vedere proprio in televisione è sicuramente un elemento di rottura. Niente cerone, niente discorsi preparati, niente scalette, niente sondaggi alla mano. Grillo anzichè sotto i riflettori va nelle piazze di provincia, che inevitabilmente riempie al massimo della capienza. Da Sassari a Padova, dalla Sicilia al Piemonte. Per gli elettori è la stessa differenza che c'è tra l'andare al cinema e l'andare a teatro: nel primo caso, mica si può urlare allo schermo (non risponde), mentre nel secondo l'attore (Grillo) risponde, interloquisce. E alla gente piace, anche perchè Grillo è divertente. D'altra parte, nelle sue ultime apparizioni tv di una ventina d'anni fa faceva venti milioni di telespettatori a serata, roba da far impallidire pure il tanto osannato Benigni. Ora chissà, c'è chi dice che una comparsata in tv il leader dei 5 stelle potrebbe anche farla. Si parla di Mentana e del suo tg su La7 come ospite. Sarebbe la ciliegina sulla torta. Ma intanto ha già "fregato" a Bersani e ai democratici quella che alcuni hanno definito la "piazza rossa", chiudendo la campagna elettorale a San Giovanni.