Il retroscena

Matteo Renzi: dopo l'Italicum, ius soli e nozze gay

Eliana Giusto

Dopo l'Italicum, che per Matteo Renzi riguarda già il passato, ci sono altri temi da affrontare: l'immigrazione - nel presente - e i diritti civili - nell'immediato (anzi, immediatissimo) futuro. In un colloquio con Repubblica il presidente del Consiglio si dice sicuro che "sull'Italicum la questione è chiusa, tra dieci giorni sarà legge", dopodiché "apriremo subito la stagione dei diritti civili con lo ius soli e le unioni tra coppie dello stesso sesso. E noi queste cose le faremo davvero, a differenza di quelli che c'erano prima".  La provocazione - Così se sull'Italicum, per la rottura con la minoranza, ci sarà molto probabilmente la fiducia, bisogna vedere come Matteo Renzi possa far digerire le nozze gay e lo ius soli (una sorta di "favore" agli scafisti nei giorni più gravi dell'emergenza sbarchi) al Nuovo Centrodestra. Angelino Alfano, infatti, si è sempre detto contrario ad entrambe le cose: "No ai matrimoni gay, no alle adozioni gay o all'utero in affitto", aveva tuonato qualche tempo fa. "Non si sottragga nulla alla famiglia tradizionale". E pure sullo Ius soli Alfano aveva minacciato: "La sinistra che crede che la priorità siano lo ius soli o altre amenità noi diciamo che sulla sicurezza degli italiani non si scherza perché i cittadini devono sentirsi sicuri nelle loro case, per le strade delle loro città". Lo spettro del voto - Renzi, insomma, annuncia con una "soffiata" a Repubblica che le sue prossime priorità saranno ius soli e diritti civili, alias unioni omosessuali. Come detto, due punti che per Alfano non sono negoziabili. Sorge dunque un dubbio: quella di Renzi è forse la strategia di un paludato kamikaze? Vuole forse condurre allo "schianto" il suo governo, magari già tra pochissime settimane, per poter poi tornare al voto e tentare il ritorno a Palazzo Chigi prima che sia troppo tardi? Il punto è che i sondaggi lo danno in continua discesa, ed in questo contesto l'opzione-voto, per l'uomo da Rignano sull'Arno, potrebbe essere quella favorita. Resta poi sullo sfondo una seconda possibilità, ovvero che Renzi miri ad un cambio di maggioranza, magari facendo entrare ex grillini e Sel, più "inclini" ad accettare le sue nuove priorità. Scenario però improbabile: i numeri, infatti, sarebbero davvero risicatissimi.