Il retroscena

Renzi e la corsa per il Colle accordo: "Berlusconi pronto a dire sì"

Lucia Esposito

Matteo Renzi, anche in questi giorni intensi per l'approvazione della Legge di Stabilità, ha in mente il Quirinale. Una partita troppo importante per sbagliare. Lui ha già fatto i suoi conti e, come scrive Repubblica, ai suoi ha già detto che Berlusconi "voterà il nome che gli proporremo a patto di non presentare un nome che sia una palese provocazione". Insomma il premier è sicuro che se il nome che proporrà sarà accettabile per gli azzurri, questi lo voteranno. Il nome provocatorio, dopo tutto, non conviene neanche a Renzi: perché la tenuta dei gruppi parlamentari forzisti è per Palazzo Chigi un cruccio forse più grande della tenuta di quelli dem. I conti - Renzi parte da una base di 740-750 voti di grandi elettori, tolti i fittiani i calcoli di Renzi fissa a quota 550 glie lettori certi. Una quota di sicurezza perché gliene bastano 505 al quarto scrutinio per eleggere il nuovo presidente.  L'ordine di Renzi è quello di non fare nomi per non bruciarli (anche lui non li fa). E lo stesso fa, su consiglio di Denis Verdini, anche Berlusconi. Perché almeno ne pronuncia uno, il prescelto perde la metà dei voti dem. Il nome sarà fatto al momento giusto e sarà un nome inatteso, lontano dai riflettori da qualche anno. Renzi sembra molto tranquillo: se non sceglie nomi palesemente ostili al Cav, il suo candidato avrà i voti azzurri. Ha molta più paura del fronte "sinistro": basti pensare all'uscita di Nichi Vendola che ha lanciato Prodi. Una mela avvelenata che farebbe saltare l'accordo con Berlusconi e la possibilità di portare a casa l'Italicum prima dell'elezione per il Colle.