Avventura in Meridione
Matteo Salvini, le profezie dei politologi: dove può arrivare al Sud
Parole chiare, felpe con messaggi al posto della vecchia ampolla di rito bossiano, e un progetto politico che dopo le ultime regionali guarda sempre più a Sud. Per i politologi, interpellati dall’Adnkronos, Matteo Salvini "ha riparato il Carroccio, facendo guadagnare alla Lega nuovi voti" e consensi popolari, "ma sarà impresa difficile conquistare il Sud", con un progetto di espansione della Lega Italia, nuovo aggregatore nazionale che nascerà dalla rete Comitati per Salvinì o Gruppi per Salvinì. Scettici - "Nudi alla meta: è l’obiettivo di Salvini. Ma nudi anche di idee", dice Gianfranco Pasquino, professore di Scienza politica all’Università di Bologna, "perché la sua immagine circola e lui è bravissimo a metterla in rete, catturando l’attenzione dei media. Tanto che ora, dopo le felpe con i messaggi, mette anche il suo nome sul simbolo della Lega: ma pensare che i leghisti abbiano un progetto per l’Italia mi pare fantasioso. Di certo avranno un ’asso nelle bretellè, si preparano a sfruttare l’insoddisfazione degli elettori e la protesta contro la politica, che al Sud è forte". Fazzoletti verdi - Difficile dire se nel Mezzogiorno attecchiranno i fazzoletti verdi: "Il Sud non è mai stato conquistato da nessuno - fa notare Pasquino - ha un elettorato scontento e fluido, che di volta in volta cerca alternative tra le forze di governo. Se Salvini riuscirà dal punto di vista organizzativo a trovare referenti politici che già avevano voti propri al Sud, potrà avere consensi, offrendo loro in cambio una candidatura. La Lega supererà comunque qualsiasi clausola di sbarramento, e in questo modo in Parlamento entrerà una ’quota Sud’ con il partito di Salvini". Il filosofo - Per Massimo Cacciari, "dal suo punto di vista Salvini ha assunto una linea intelligente: da un lato, sul modello Le Pen, si definisce come partito nazionale di destra che va dalle Alpi al Lilibeo; dall’altra parte, cercherà di sfruttare invece l’antica vocazione leghista del Nord, territori in cui mantiene un radicamento forte. Con lo sfascio dei grillini - è l’analisi del filosofo veneziano - può recuperare quei voti di destra che prima andavano ai 5 Stelle, e diventare così un partito importante, difficile da contrastare al Nord. Ma dipenderà anche da cosa faranno i democratici, che continuano a puntare solo sull’immagine di Renzi dimenticando ogni radicamento territoriale". Nordismi - Vedremo le ruote del Carroccio al Sud? "In una situazione drammatica come quella italiana - taglia corto l’ex sindaco di Venezia- un movimento di protesta può prendere voti ovunque". È invece Alessandro Campi, docente Storia delle dottrine politiche all’Università di Perugia, a ricordare che "la Lega ha un Dna interamente nordista: pensare di espandersi al Sud chiedendo di dimenticare venti anni di storia politica, non è impresa facile, perché le parole d’ordine del Carroccio e la propaganda contro Roma ladrona o comunque in chiave anti-meridionale stanno sempre lì. E non trova facilmente prato verde il progetto di una Lega nazionale, che ora manda in soffitta il mito della Padania per abbracciare e difendere il Mezzogiorno". Imprese ardue - Insomma, spiega il politologo esperto di Machiavelli, "non sarà semplice per Salvini riaccreditarsi in questa chiave ma ovviamente a destra ha gioco facile dopo lo sbriciolamento dei partiti dell’ex casa berlusconiana. Questo dato - rimarca Campi - vale per Forza Italia ma anche per Ncd e Fdi-An, che non riescono a trovare temi qualificanti per aggregare consensi, a differenza del segretario della Lega che su alcuni temi come l’immigrazione ha reso il suo partito ben riconoscibile". In prospettiva, l’operazione Salvini "può catturare consensi e voti di un elettorato di centrodestra. Ma attorno al ’no eurò, ’no-Europa' e ’no-immigrati' si può costruire una grande forza di opposizione. Difficilmente - è l’analisi di Campi - Salvini può costituire il punto di riferimento di un’alleanza che possa competere con il Pd di Renzi". Parer di donna - "Salvini deve far dimenticare molte cose al Sud, e non è detto che gli elettori siano così elastici", dice Sofia Ventura, docente di Scienze politiche all’Università di Bologna. "Ma data la situazione e la povertà di offerta politica -prosegue- è probabile che il suo discorso populista -basato su paure e insicurezze economiche degli italiani- possa avere effetti e riuscire così ad allargarsi oltre il proprio territorio di riferimento. Quanto spazio guadagnerà, e in quanto tempo, è ancora presto dirlo. Bisognerà vedere se Grillo è davvero in declino o se emergeranno altre figure nel deserto del centrodestra". Senso comune - "L’altro elemento di riflessione - rimarca Ventura - è se Salvini dovesse davvero prendere la guida del centrodestra: né lo auspico né lo credo. Non lo auguro perché una democrazia sana ha bisogno di una destra liberale e non populista; non lo credo perché c’è sempre un settore dell’elettorato di centrodestra che non segue un discorso come quello anti-europeista come quello proposto dal leader della Lega. Salvini fa leva sulle paure dei cittadini, formulando soluzioni improponibili ma comunque percepite come efficaci dal senso comune. Una destra di quel genere non potrà mai guidare tutto un fronte di centrodestra che aspira a ritornare a palazzo Chigi". Insomma, tira le somme la politologa, "Salvini fa il gioco di un grande ’partito blob’ di centrosinistra, perché non sarà mai un partito di governo". (fonte: AdnKronos)