Da Floris
Matteo Renzi contro Matteo Salvini, il sondaggione di Pagnoncelli per DiMartedì
"Matteo Renzi si sta già sgonfiando". E ancora, "molla Berlusconi e andiamo al voto". Nonostante il Pd abbia incassato l'elezione di due governatori in Emilia Romagna e Calabria, il più euforico dopo le elezioni regionali di domenica sembra Matteo Salvini. D'altronde, il leader della Lega si può far forte del successo inatteso di Alan Fabbri in Emilia, dove il Carroccio ha "asfaltato Forza Italia", espressione velenosa usata su Twitter dallo stesso Renzi, e dall'aumentato credito concessogli proprio dal suo alleato/avversario, Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha indicato Salvini come "il bomber, il cannoniere del centrodestra", riservandosi un ruolo "arretrato", da regista per restare in ambito calcistico caro a entrambi i leader, milanisti tra i più appassionati della politica italiana. I sondaggi di Pagnoncelli - Il confronto diretto con Renzi invocato da Salvini, dunque, potrebbe diventare realtà tra qualche mese. Nel frattempo, analisti e commentatori studiano da qualche settimana il "fenomeno Matteo". Inteso, naturalmente, come Renzi+Salvini. Due personalità diverse, per certi versi speculari ma con punti di contatto notevoli sia nel bene sia nel male. Scamiciato e casual il primo, da giovane yuppie degli anni Dieci con la fissa per l'hi-tech. Felpa e maglietta il secondo, proletario (o meglio, popolare) più vicino all'immaginario caro a quei "comunistacci" di Landini e Camusso eppure per tutti "volto nuovo della destra". Ci ha provato anche Nando Pagnoncelli a tracciare un ritratto dei due leader tramite le sue rilevazioni Ipsos. Intervenuto come sempre a DiMartedì su La7, nel salotto di Giovanni Floris, il sondaggista ha fornito qualche numero interessante. #Sondaggio: Matteo Renzi @NPagnoncelli #dimartedì pic.twitter.com/nVXq6qVfr5— diMartedì (@diMartedi) 25 Novembre 2014 Perché piace Renzi (e perché no) - La domanda comune sui due Matteo è semplice: perché piace? E perché non piace? Renzi piace al 30% degli intervistati "perché parla di problemi reali" e al 22% "perché è giovane", mentre il 27% lo boccia in quanto "vive solo di capacità di comunicare" mentre il 13% lo considera "un populista che vive di anti-politica". #Sondaggio: Matteo Salvini @NPagnoncelli #dimartedì pic.twitter.com/yYF2BY2kMQ— diMartedì (@diMartedi) 25 Novembre 2014 Perché piace Salvini (e perché no) - Il giudizio su Salvini è in parte più sorprendente. A opzioni immutate, Salvini piace più per la sua aderenza ai problemi concreti (31%) che per il fattore generazionale molto forte per Renzi (7%), mentre non piace più per il suo populismo (30%) che per la sua mediaticità (18%). Semplificando, si potrebbe dire che il premier conquista o respinge per il suo forte impatto comunicativo mentre il leghista conquista o respinge per i suoi contenuti. Da una parte il "come lo dice", dall'altra il "cosa dice". #Sondaggio: “Il gradimento di Matteo Renzi” @NPagnoncelli #dimartedì pic.twitter.com/i96HogI5mk— diMartedì (@diMartedi) 25 Novembre 2014 Il gradimento del premier - A chiudere il cerchio c'è il dato sul gradimento di Renzi, ancora alto (al 50%) ma in calo più o meno costante: era al 64% a marzo, due mesi il suo approdo a Palazzo Chigi, ed aveva toccato il record del 70% a giugno, subito dopo il boom delle elezioni europee. Da quel momento, una discesa lenta e pericolosa. di Claudio Brigliadori @piadinamilanese