L'ex segretario
Pd, Pierluigi Bersani: "Col Patto del Nazareno Mediaset ha guadagnato in borsa"
Pierluigi Bersani nel corso del convegno dell'area riformista a Milano, torna ad attaccare Matteo Renzi, e si scaglia ancora una volta contro l'accordo tra il premier e Silvio Berlusconi, siglato il 18 gennaio scorso, il cosiddetto Patto del Nazareno. L'ex segretario non perde l'occasione di pungere il presidente del Consiglio: sotto torchio, questa volta, l'ultimo meeting "scricchiolante" di mercoledì 12 novembre. Per il segretario della non-vittoria elettorale, dietro a quel patto, ci sarebbero intrecci politico-finanziari inaccettabili. Teorie proto-grilline, insomma. Per Bersani, dunque, un ritorno in "grande stile". L'affondo - Dal palco del meeting riformista infatti l'ex segretario Pd tuona: "Nessuno ha notato che tre giorni fa quando si è rinnovato il patto del Nazareno la Borsa ha segnato il meno 2,9 per cento, mentre Mediaset ha guadagnato il 6%. Se funziona così allora io propongo di allargare il patto a tutte le imprese". Bersani si riferisce all'ultimo degli incontri tra i due leader, avvenuto mercoledì scorso, giorno in cui, secondo il premier Pd, avrebbe dovuto essere l'ultimo incontro per parlare di legge elettorale. Poi ha aggiunto: "Non c’è nessun bisogno del patto del Nazareno, c’è bisogno di parlare con tutti per fare le riforme. Non c’è ragione di legarsi in una formula che sia un patto perché poi si rischia di far emergere l'idea di un trasversalismo sbagliato che lascia ai margini chi la pensa diversamente. Una sinistra di governo non deve dimenticare la capacità di indignarsi". Jobs act e dentifricio- Non passa inosservato poi, il passaggio sul ddl delega sul lavoro che dovrà essere discusso alla Camera nei prossimi giorni e sul quale il capogruppo Speranza aveva annunciato la fiducia: "Sul Jobs Act purtroppo rimettere il dentifricio nel tubetto è difficile. Non era necessario dopo due anni rimettere in mezzo l’articolo 18, ma per spingere il lavoro occorreva puntare piuttosto a rilanciare la produttività come è stato fatto in Germania". Bersani poi ha attaccato anche la Fiat e i suoi rapporti con il governo: "La più grande impresa del Paese va in Olanda e in Inghilterra a beneficio degli azionisti e scorpora la Ferrari indebolendo l’assetto industriale. E riceve solo applausi. Almeno togliamoci la soddisfazione di dire che non ci va bene" ha concluso il segretario.