Bufera sul governo
Jobs Act, Matteo Renzi cede alla minoranza Pd: "Articolo 18, il testo cambierà". Furia Ncd: "Coalizione a rischio"
Raggiunto l'accordo in casa Pd sulla votazione alla Camera del Jobs Act: per il disegno di legge, approvato in Senato, a Montecitorio il Partito Democratico non chiederà la fiducia, come conferma Roberto Speranza, al termine di un incontro in Commissione Lavoro dove si sta discutendo il provvedimento. Ma non è tutto. Il capogruppo del Pd alla Camera ha annunciato: "Abbiamo deciso di fare modifiche rilevanti. Non ci sarà la fiducia sul testo uscito dal Senato ma ci sarà un lavoro in commissione. Si riprenderà l’ordine del giorno approvato in Direzione". Articolo 18 - Matteo Renzi, dunque, in questo modo cala le braghe e cede alle richieste della minoranza del partito e dei sindacati. Infatti, in Commissione si annunciano novità sull'articolo 18. Nel dettaglio potrebbe essere reintrodotto il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare. "C’è un accordo larghissimo", ha spiegato il presidente Pd Matteo Orfini, "Si stanno definendo i dettagli, ma il punto politico è l'articolo 18". Fassina e la minoranza - Un compromesso faticoso trovato in casa dem, la cui sintesi sta nelle parole di uno dei leader della minoranza Stefano Fassina, che ha spiegato: "Non voterò la fiducia su una delega in bianco. Noi non vogliamo rallentare le riforme, però vogliamo migliorarle". Le stesse parole arrivano da Speranza, che concorda: "Non ci sarà fiducia sul testo della delega lavoro approvata dal Senato, si lavorerà in commissione per alcune modifiche e poi si voterà". Parla Ncd - "Jobs act troppo importante: calendarizzare subito! Ma spieghiamo a Speranza che Parlamento non è luogo ratifica direzione Pd". Così invece Nunzia De Girolamo, capogruppo di Ncd alla Camera, che su Twitter ha commentato la fretta del Pd nel voler portare in aula alla Camera al più presto la delega al Lavoro. Al momento è in corso la riunione della conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Durissimo, poi, Maurizio Sacconi, il senatore Ncd. "Se il testo è quello descritto dalle agenzie - spiega - non è accettabile". Quindi Sacconi aggiunge: "Ribadisco urgente riunione di maggioranza. Altrimenti - avverte il capogruppo - si rompe la coalizione". Maggioranza a rischio?